mercoledì 10 dicembre 2008

Diritti e doveri di Persona Sapiens

  1. Ogni individuo ha diritto al proprio spazio vitale e di residenza entro i confini del prorio territorio.
  2. Ogni individuo ha diritto ad un territorio ed ambiente in cui la consistenza demografica della comunità cui appartiene sia sostenibile per numero e livello di consumi.
  3. Il pianeta ha diritto ad una mobilità ridotta al minimo della specie Sapiens e al fatto che ciascuna comunità di questa rimanga numericamente compatibile in termini di sostenibilità per la propria generazione e quelle a venire e compatibile con la Terra che la accoglie temporanemente.
  4. Ogni comunità ha il dovere di gestire localmente la propria evoluzione culturale e civile senza ingerenze in altre comunità e senza che altre comunità ingeriscano nella propria evoluzione imponendo in alcun modo schemi culturali e modelli di sviluppo alloctoni.
  5. Ogni individuo ha il dovere di rifiutare la violazione il deterioramente e la riduzione dei propri spazi vitali per ragioni di sfruttamento economico, politico, sociale, culturale.
  6. Nessun popolo ha il diritto di usare l'arma demografica come strumento bellico nei confronti di altri popoli e di altre comunità nonché della propria.
  7. Ogni individuo ha diritto all'anarchia e a non riconoscersi in alcuno stato.
  8. Nessun individuo potrà essere obbligato ad alcuna cittadinanza, né potrà subire alcuna modifica forzosa dell'appartenenza alla propria comunità.
  9. Ogni individuo ha diritto di concorrere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese, compatibilmente coi limniti numerici della disponibilità.
  10. Ogni comunità mette a disposizione dei suoi appartenenti solo i servizi che siano sostenibili ambientalmente economicamente e socialmente in termini di risorse per la generazione presente e per quelle future. Nessuna comunità può recuperare risorse per il proprio sostentamento sottraendole da altre comunità, territori o indebitando le generazioni future.
  11. Le comunità sono piccole e governate con democrazia diretta: il potere è dei villaggiani o dei paesani e gli amministratori delegati rispondono alla paesananza regolarmente.
  12. Ciò che non ha ampissimo consenso non si decide e non si fa.
  13. La mancanza di un'ampia maggioranza è indice di tempi non maturi, c'è un disequilibrio, non c'è volontà comune. In nessun caso le decisioni di altre comunità possono essere imposte localmente.
  14. La democrazia del villaggio/paese (piccole comunità) deve essere partecipata, informata e non è in alcun modo l'oligarchia partitaria a delega universale che caratterizza da alcuni decenni gran parte dei paesi e l'Italia in particolare.
  15. Ogni individuo ha il dovere di occuparsi della propria sussistenza, ad una scelta lavorativa coerente con le prorie attitudini e competenze e con le scelte della comunità, dando massima priorità ed importanza ai lavori per i quali manca manodopera.
  16. Ogni individuo ha diritto a vivere bene, felicemente ed edonisticamnete consumando e lavorando il meno possibile e, in ogni caso, senza gravare e senza sfruttare il prossimo, l'ambiente, la Terra, altre comunità, le generazioni future.
  17. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguali risultati.
  18. Ogni individuo ha il dovere di mantenere stile di vita e famiglia limitati in numero e nei consumi alle risorse che il proprio lavoro e l'ambiente che li accoglie riescono sostenibilmente a riprodurre.
  19. La protezione sociale si realizza con reti affettive e di conoscenze dirette, non con il welfare o altri meccanismi alienati, alienanti e deresponsabilizzanti ad alti costi economici, sociali ed ambientali nel luogo e nel tempo.
  20. I lavoratori possono eleggere alcuni lavoratori che per limitato periodo di tempo li rappresentino. I lavoratori delegati (sindacalisti) a questo compito rispondono direttamente regolarmente e frequentemente ai loro datori di delega.  Al termine del mandato, NON rinnovabile, tornano a lavorare, lasciando la rappresentanza ad altri lavoratori.
  21. Ogni individuo ha diritto al riposo, allo svago, all'ozio comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite. In generale il lavoro e i consumi devono essere ridotti al minimo indispensabile.
  22. Ogni individuo ha il dovere di mantenere un tenore di vita sobrio atto a garantire la qualità dell'ambiente che lo accoglie, per sé, per le generazioni a venire e per la Natura di cui la persona è parte.
  23. La salute e il benessere proprio e della famiglia e della comunità è un dovere di ogni persona. Alimentazione, vestiario, abitazione, devono essere sobri, duratori e fonte di benessere e bene comune e scevri di sfruttamento, depauperamento, accumulo di risorse, capitali, ricchezze e potere nelle mani di pochi.
  24. Ogni individuo deve ambire alla salute ed ad uno stile di vita salutare.
  25. In nessun caso le cure mediche e ai servizi sociali necessari devono essere a scopo di aumento dell'economia, del PIL. In nessun caso è consentito l'accanimento terapeutico e medico contro la volontà del paziente. Il lavoro del medico è un lavoro di sostegno alla persona e non può prescindere in nessun caso dalla volontà di questa.
  26. Ciascun individuo si incarica di gestire malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia in cooperazine colla comunitò di cui è parte, sostenibilmente, con reti solidali, autarchiche e che non gravino in alcun modo su altre comunità, su altrre specie, sulle generazioni a venire. Servizi sicurezza e cure sono le sole che possano essere garantite consumando solo risorse riproducibili nel territorio che accoglie quella comunità.
  27. La riproduzione è un atto sociale e deve essere minima ed estremamente responsabile e sottoposta a controllo della comunità.
  28. Gli adulti hanno il dovere di limitare la propria prolificità e di mettere al mondo solo il numero di bambini che essi possono educare e mantenere in semplicità felice, compatibilmente con le risorse messe a disposizione della comunità dalla Terra che la accoglie.
  29. Nessun adulto può procreare irresponsabilmente quando il proprio atto genera dei piccoli destinati a morire di inedia per mancanza di risorse, cure e prospettive di vita.
  30. Ogni individuo e il dovere di formarsi una propria cultura. La cultura intellettuale è una delle culture possibili.
  31. La crescita personale e l'educazione della persona è continua e deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed alla consapevolezza della propria respons-abilità, dei propri diritti e dei propri doveri, alla sostenibilità del proprio vivere e al rispetto della Natura e di altri specie che hanno uguali diritti di esistenza.
  32. La propria libertà in nessun caso può violare la libertà nelle azioni, nel territorio, negli spazi, di altri individui. La specie Persona Sapiens è parte della Terra e in nessun caso specie superiore semidivina con diritto di estinzione o annientamento di altri biotopi e specie.
  33. Le Nazioni Unite e ogni comunità che le forma vivono e decrescono in modo sostenibile.
  34. Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso umano e del benessere complessivo ed ai suoi benefici.
  35. Le sole azioni emmesse sono quelle che sono sostenibili
    o - ecologicamente
    o - economicamente
    o - territorialmente
    o - socialmente ed
    o - ambientalmente.

2 commenti:

  1. Sottoscrivo.



    Ecco, ho commentato, così la svampita la pianta di rompere....

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  2. Sonorsone



    La comare del ballatojo fa la comare del ballatojo. Parla delle parole invece dei fatti. Ha sparso qui e là a dozzine le sue cacchette su questa pagina, segnalandola a mezzo mondo, facendomi pubblicità (ovviamente, è entrata in NTF). Probabilmente le è indigesta, non le piace che manchi la figura. Ecco, trolla, te ne metto subito una, te lo devo, di quelle che piacciono a te, ti devo molti commenti...







    Devota del piddì, ha capito come il parlè pur parlè sia il massimo della vita, esattamente come il ciarpame di mestieranti del potere del quale è devota. Quindi mai entrare nel merito, fare cagnara sui massimi sistemi, senza dire nulla.

    Mi ricorda le parole di Stefano Montanari, quando, invitato a vari consigli comunali per riportare dati e scienza sulla catastrofe degli inceneritori, assiste a farneticanti discorsi in politichese lunghi e privi di senso.

    Povera, non l'ha cagata una che sia uno. Ora obbediamo noi e la consoliamo. Una trolla che non è cagata da nessuno. Deve essere terribile.

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Rumore, robaccia fuori posto, pettegolame, petulanze, fesserie continuate e ciarpame vario trollico saranno cancellati a seconda di come gira all'orsone.