giovedì 26 agosto 2010

Trentino (Alto Adige) artificializzato

Qualche giorno prima di ferragosto ho fatto un salto in montagna a salutare i miei in vacanza. In un angolo di val di Non, Trentino che ha(veva) ancora un po di wilderness residuale.
Ho rifatto un sentiero, ciò che era uno dei più bei sentieri che io conosca.
Un biotopo, un luogo che correva a livello lungo un antico canale di irrigazione. Un insieme quasi perfetto di prati, radure, bosco di conifere misto di media quota, margini del bosco, panorama, qua e là vecchie panche di tronchi di legno quasi abbracciate dai rami bassi dei pezoti (i piccoli pecci, come detto localmente).
Un percorso che permetteva ad anziani, famiglie, bambini, persone non sportive o anche con disabilità fisiche lievi, di approcciare, di poter vedere e percorrere camminando in full immersion accessibile un ambiente montano integro, esempio di ambiente naturale con interventi antropici lievi e splendidamente integrati.

Ho trovato una strada di larghezza camionabile, manto di pietrischetto, delimitata a monte da una fossa in calcestruzzo armato, sezione quadrata, profondità di circa 70 cm (in cui era stata intrappolata una salamandra), una anacronistica staccionata di protezione. Il prossimo passo sarà mettere, suppongo, mattonelle in clinker, lampioni e vetrinette.
Passare dal camminare in un sentiero piccolo e in un giardino alpino naturale a percorrere una strada a norma scansandosi per far passare dei fuoristrada.
La follia di questi 'gnoranti obesi iperfinanziati (i guasti dell'autonomia straripano!!) è tale che, considerata il non-sense realizzato, con tanto di staccionata a protezione della fossa (nessun geologo nel 2010 realizzerebbe un'opera così) hanno piazzato delle panchine  dalla parte a valle, con lo schienale a valle e la seduta rivolta strada. In altre parole, quei dementi pensano, nella loro ottusità tecnosviluppista, che i turisti abbiano piacere a vedere la fossa, un panorama di ca 5m di profondità, la scarpata a monte alia una ferita di terra disboscata e conifere abbatture e di strato di humus scorticato.
Parrebbe un pessimo scherzo di candid camera o una barzelletta su idioti se non fosse tutto drammaticamente vero.

Anche nelle valli del Trentino lontane dal tumore turistico procede la infrastrutturazione e l'artificializzazione sistematica ed orgogliona del territorio, l'industrializzazione tecnofila e sviluppista dell'ambiente.
Provo un misto di odio , frustrazione, di speranza di peggio che possa far pagare a quei buzzurri neoricchi sradicati  l'amaro dei disastri che compiono anno dopo anno.
Ciò che ho visto in val Venosta, in Pusteria, in val d'Ultimo non è meglio.



5 commenti:


  1. La Daphnuti di UnUomo..

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  2. Ecco ho scritto qualcosa, ma non è importante.

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  3. Cia', un po' di rivaival, dai...











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  4. Come scrivevo, anche l'Alto Adige, Süd Tirol ha preso questa pessima piega dell'artificializzazione del territorio.
    Merano e Lagundo sono conurbate fino a Foresta, da Tell a Naturno si viaggia ormai quasi solo tra  edifici.
    Ad andare cogli italiani, si impara a zoppicare. E a far faccende.
    Ora, c'è la distruzione di Antersasc.
    Produci consuma krepa.
    Süd Tirol compreso.
    La solita merda se preferite, Scheiβe sviluppista.

    http://www.beppegrillo.it/2010/09/la_distruzione_di_antersasc/index.html





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Rumore, robaccia fuori posto, pettegolame, petulanze, fesserie continuate e ciarpame vario trollico saranno cancellati a seconda di come gira all'orsone.