mercoledì 23 marzo 2011

Euforbo Pantoo

Vado a raccattare il mio bipede a ginnastica (è intrippato di anelli e parallele ora), arriviamo a casa poco prima delle diciannove. Ha il muso storto. Che c'è? Dieci pagine di parafrasi dell'Iliade. Sticazzi!

Ziopetomarcio era da mercoledì scorso che aveva quel compito assegnato. Sono stato combattuto tra l'idea di lasciarlo nel casino in cui si era cacciato e il senso di responsabilità (UnaDonna mi aveva messaggiato di lasciarlo autonomo nella gestione del suo lavoro a casa, casino compreso).
Insomma, abbiamo finito dopo le ventitre col bipede visibilmente rasserenato. Ieri sera ero proprio stanco morto inoltre. Mi sono sprofondati i coglioni sotto dieci metri di terra.
Sempre odiato l'epica greca, quel cazzo di italiano complicato, arzigogolato; la complicazione pseudo poetica mi fa cagare il cazzo, il lucente elmo, la rossa casa, gli sprofondati koglioni. Tecniche letterarie discutibili: un sacco di ripetizioni di concetti a poche parole l'una dall'altra, se n'è accorto pure UnRagazzo.

5 commenti:

  1. > Tecniche letterarie discutibili: un sacco di ripetizioni di concetti a poche parole l'una dall'altra...





    Sembra più una critica ai tuoi blog, caro uomosapiens.



    Patroclo

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  2. ma no, che l'iliade è una figata

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  3. Tu la leggi la sera dopo una giornata di lavoro intenso?

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Rumore, robaccia fuori posto, pettegolame, petulanze, fesserie continuate e ciarpame vario trollico saranno cancellati a seconda di come gira all'orsone.