lunedì 4 luglio 2011

TAV e sfascio sistematico del sistema ferrovia

Ieri in montagna in val Malenco, sotto il Bernina, ho avuto occasione di parlare, stuzzicare e provocare i miei amici alpinisti pro-tav che erano stupiti della mia posizione no-tav. Semplicemente ho chiesto loro perché erano così a favore e giustificavano la violenza repressiva e l'aggressione dello stato e della crescita a Madre Natura e alla comunità che essa ospita.
Non sapevano assolutamente nulla: una serie di objezioni di principio, generaliste, slogan

Il traffico merci su ferrovia, la democrazia, le grandi opere sono utili...
Non sapevano assolutamente nulla della serie industriale di panzane, di sconclusionate affermazioni che si basano sul nulla, sulle necessità del trasporto merci (via ferrovia) in Italia che sono semplicemente antitetiche all'inutilità dell'opera e semplicemente in conflitto a causa della sottrazione di risorse, mezzi, progettualità all'agonizzante sistema di trasporto merci ferroviario causata da questa inutile opera funzionale solo a speculazione e potere.
Sono anni che studio le ferrovie e pure il caso paradigmatico dell'antipolitica, della demenza del TAV/TAC in val di Susa e la ormai sterminata letteratura che documenta inoppugnabilmente non solo l'inutilità ma la nocività di quella opera da tutti i punti di vista (eccellente il lavoro di documentazione del comitato). Non c'è alcuno spazio per le vacuità falrocche, agli slogan, alle credenze che vengono spacciate da mass media, partiti e altri.

In questo fine settimana da venerdì a domenica sera ho affrontato di nuovo una delle regressioni spaventose del servizio ferroviario: biglietterie chiuse, macchine emettitrici che non fanno ciò che fa uno sportellista, obliteratrici non funzionanti, chiusura della biglietteria alle 21 diocaneimpestato, mica Scansano Scalo, un capoluogo di regione nodo ferroviario tra i primi tre in italia.
La sistematica sottrazione di risorse al servizio, manutenzione, qualità per distrarle verso segmenti ferroviari elitari (da decenni la TAV che trasporta il 10% dei viaggiatiori riceve l'80% delle risorse) è espressa in maniera paradgmatica dalla nuova biglietteria: su 10 sportelli 7 sono dedicati ala minchiata freccia rossa e bianca e tre a tutti gli altri servizi. Code ingestibili, chilometriche che non stavano nell'androne e tensioni tra i viaggiatori "ordinari", gli altri sette sportelli con pochi gatti (e due o tre bigliettai letterlamente mani in mano per mancanza di clienti con richieste di biglietti)
Questo per citare solo una perdita completo di senso della Gestaltung della ferrovia.

D'altra parte di nuovo parte rilevante della stazione (i due terzi del corpo centrale) è stata chiusa per il trentasettesimo o cinquantaduesimo ristrutturazione. Questa è l'idiozia del fare e rifare e risfare continio pro lucro e pro PIL: ovviamente mentre fai e disfai il servizio di quella parte della stazione va a fare in culo ma ciò è assolutamente ininfluente in quanto non è né il servizio né la sua qualità ciò che interessa alcuni pochi, ma il fatto che si possa lucrare e controllare quelle attività da Penelope. Fare disfare e rifare chissenefrega del servizio, della funzione.

Non parlerò ora dei tagli al servizio ordinario (corse, linee, collegamenti) sulle linee ordinarie preesistenti a quelle nuove ad alta capacità e velocità. Alla panzana "poi miglioreranno i servizi sulla vecchia linea" non credono più neppure i grulli.
Da persona di scienza e conoscenza non posso che essere indignato dalla brutale rozzezza della violenza che il sistema, lo stato, la propaganda, la crescita, l'antipolitica, i partiti (i più nauseabondi sono gli sviluppisti progressisti pidiossini)  stanno imponendo alla comunità valsusina, all'insulto delle menti e dell'intelligenza.
II sistema tumorale è sempre più aggressivo e si accanisce contro la resistenza, contro i limiti che esso ha raggiunto.
Mi sento in comunione intellettuale e d'anima con loro e colla loro resistenza alla violenza.
Solidarietà senza se e senza ma ai valsusini e a tutti i resistenti che combattono questa battaglia di logica, politica, civismo ed ecologia per tutti.

¡No pasaran!
No Tav!




(resistenti in val di susa - ansa)

3 commenti:

  1. io sono agnostico in materia, la tav per me si può fare come non si può fare. mi domando che cazzo c'entrino black bloc, noglobal e centri sociali, fichetti pieni di soldi quasi sempre, in questa vicenda.....

    RispondiElimina
  2. Tutti c'entrano in questo progetto distruttivo.

    Primo perché l'ambiente, Gaia è una sola per tutti.

    Cosa faresti se qualcuno nella scialuppa che ti porta sull'oceano iniziasse a segare prima parte dell'opera morta e poi volesse andare anche a voler pezzi dell'opera viva?

    Minimo gli tireresti un cartone.



    In Collasso, Jared Diamon studia uno pattern ricorrente nelle crisi delle società: il parassitaggio diffuso.

    Questa opera nefasta dovrebbe costare 22 miliardi di euro.

    Grosso modo il 44% della finanziaria attuale.

    Ora, le persone si incazzano per i tiket, per le scuole, per l'aumento delle accise sui carburanti, ma nessuno pensa che metà di questi prelievi sono per questa opera nefasta e utilie a pochi.

    E la TAV val di Susa è una sola di migliai di sprechi, di non sense, di puttanate distruttive antipolitiche.

    Diamond osserva che il grosso della popolazione è assai insensibile ai piccoli prelioevi e vessazioni continui.

    E questo è un meccanismo noto alle classi dirigenti che lo sfruttano con scaltrezza. Solo che i risultati a medio e lungo termine sono nefasti.



    Solo stupidi, ignoranti, creduloni, persone in malafede o interessati possono pensare che questa opera non possa interessare che i valsusini.

    RispondiElimina
  3. Scritto di fretta con un po' di refusi.... Come tiket, zio cane.

    RispondiElimina

Rumore, robaccia fuori posto, pettegolame, petulanze, fesserie continuate e ciarpame vario trollico saranno cancellati a seconda di come gira all'orsone.