domenica 30 dicembre 2012

Tortellini (c'erano una volta i)

Tornando dai miei (dai quali ero andato per una volta in auto per le uscite programmate in milonga poi saltate per influenza natalizia) mi sono fatto strad(in)e alternative. Volevo passare per angoli di pianura Padana e godermi panorami di infanzia, quei panorami agricoli che amo di rogge, fontanili, campi infiniti, casolari in mattone lontani mangiati dalle brume. Solo nella bassa bresciana, cremonese e in qualche scampolo di mantovano ai confini con il cremonese ho trovato un ambiente ancora sufficientemente integro. Per il resto una devastazione edilizia che ha definitivamento distrutto centinaia di migliaia di ettari. Ieri sono stato invitato da _tta e _elo al confine tra le province di Modena e Reggio Emilia. Ecco anche il modenese pedemontano ormai è diventata una crosta di migliaia di ettari cementificati, sistemi biotici agricoli e naturali distrutti per sempre (in tempi umani).Viaggi per mezzore in una distesa continua di orrendo ciarpame edilizio infrastrutturale viabilistico commerciale. Il tumore tra Maranello Sassuolo Modena è angosciante per la gravità della metastasi, ma non certo peggio del mantovano o di dozzine di altre aree della costipazione periferica padana.
Questo non ha senso, non ha alcun senso.
_tta dice che la specie umana si potrà solo estinguere, non sarà mai troppo presto.
Eppoi.
Eppoi mi hanno preparato pranzo e con esso due piatti di cappelletti in brodo. Ecco, un'esperienza mistica, estetica di perfezione, il cibo che è sacro come alcuni forse ancora si ricordano che si fa arte. Puoi ascoltare con i sensi del palato i suoni e le armonie dei campi, gli odori del rinascimento, vedere la maestria contadina e artigiana del lavoro della terra e della preparazione del cibo da essa prodotta OGNI anno.
Ma gli ingredienti per quei tortellini (_elo mi diceva che da quelle parti distinguono: tortellini quando asciutti, cappelletti se in brodo anche se a me suona strano o sbagliato), gli ingredienti per quei tortellini, quelle centinaia di km quadrati di crosta umano edilizia, li riescono a produrre?
No.
Passeggiando poi per gli arabeschi e le pietre storte, per il cotto di archi e vicoli curvi, di piazze acciottolate del centro meraviglioso di Modena riflettavamo: assoluta incancapacità di comprendere i limiti, tecnoteismo, artificializzazione, gregarietà, la massa, IL Problema dei numeri e delle dimensioni. Pierpaolo è stato un intellettuale visionario (era il 1974!!) egli si era reso perfettamente conto delle devastazioni del modernismo di massa, del consumismo, del fatto che un sistema littoriale aveva un qualche senso anche europeo. Ora c'è il post-fascismo tumorale democratico di massa che sta distruggendo e ha distrutto l'Italia.
Ecco, siamo su un edificio sempre più grande con pilastri di cartone.
Furbo no!?


7 commenti:

  1. non sono d'accordo e lo sai (mi riferisco anche a quello che hai scritto da me nell'ultimo post).

    tu hai idea di che cosa fosse Roma 2000 anni fa? o Parigi e Londra nell'800? fogne a cielo aperto, case umide, tuguri immondi, spazi sovraffollati. Mumbai ha meno auto di Milano, ma è 100 volte più devastata del capoluogo lombardo.

    non è detto che il progresso e la cementificazione (per semplificare) portino distruzione. abbattere una casa fatiscente e costruirne una al suo posto con criteri votati al risparmio energetico significherebbe far star meglio il nostro pianeta.

    il progresso, la scienza, l'edilizia, di partenza sono fattori neutri. decida l'umanità come utilizzarli. un fisico può lavorare alla bomba atomica o alla fusione fredda, ma di partenza ha sempre una laurea in fisica.

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  2. Francesco, non è che io debba dare od avere ragione.
    La ragione la imporra la sosteenibilità o la mancanza di sostenibilità a medio periodo.
    Ad esempio tu citi alcune metropoli: paragoni Mumbai a Milano, vince Milano tuu dici.
    Allora io ti paragono Milano con Copenaghen o con Monaco di Baviera e perde.

    Abbattere una casa fatiscente?
    In questa pagine a atrove ho per caso criticato l'edilizia di recupero?
    L'edilizia di recupero è da decenni spaventosamente minoritaria o spesso assente. Sono stati distrutti 3mHa di terreno "verde" in pochi lustri per una crescita edilizia forsennata, priva di ogni riscontro urbanistico.
    Questo NON è progresso, è speculazione e consumismo. Come fai a parlare di progresso in queste aree ormai estese su almeno metà del paese di peggiore antiurbanistica? E' progresso?
    Il problema che milioni di persone (pensiamo all'Italia) e tu tra questi considera progresso questa distruzione che è in primis economica. Come scrivevo da AB voi siete stati cultori del modello Alcoa o Ilva prima, poi del modello PCB Caffaro a Brescia, poi della deindustrializzazione, della terziarizzazione e poi della finanzizazzione della società. Via via un'artificializzazione progressiva di contesto, del modello.
    Ma avreste pure ragione se vi mangiaste chip di silicio, se vi faceste la doccia con uno scanner elettronico e se poteste bere dei liquidi fisiologici ottenuti per distillazione di rifiuti.
    Però dovete usare acqua pulita e mangiare calabrese. Dovete tornate alla Terra ed alla eco-nomia che, sotto sotto, forse non disprezzate ma che considerate di "scarsa rilevanza" rispetto alle progressive e magnifiche sorti tecnoteistiche.

    I risultati di questo sviluppismo progressista e modernista sono quelli che nel 1974 ha definito Pasolini: la distruzione dell'Italia.
    In confronto i fascisti sono stati grandi urbanisti, non sono riusciti in un miliionesimo della distruzione di questa società di consumismo (sporattutto di sistemi biotici) di massa.

    Arriviamo al checksum: i risultati di codesta roba sono incredibili e gravemente insostenibili. Cosa succederà quando non potrete più importare le risorse che permettono di alimentare questa artificalizzazione oncologica prima di ogni limite e di vivere?

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  3. Ma mi domando: tu vivi in una catapecchia fatta di fango e paglia? Non credo.
    Che poi, capirei, per coerenza, tu coltivassi la terra con le tue sante manine e ti mangiassi quello che produci... ma così, così è dire agli altri quello che devono fare e godere comunque dei benifici che altri producono pur prendendone le distanze. Così è troppo facile, e perde anche parecchio di valore.

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    1. Vedo e quindi leggo solo ora questo commento.

      > catapecchia fatta di fango e paglia?
      Non ho mica citato bacaccopoli di catapecchie di qualche paese baluba, ho citato la Baviera e la Danimarca.

      Non capisco. Quindi dovrò ricostruire il contesto, rileggermi la pagina e poi i commenti per capire se potrò capirlo, supposto che non sia una assurdità/provocazione.

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  4. Da qualche parte ho scritto che è bene/auspicabile vivere in catapecchie di fango?
    Il mio modello per alcune cose è l'Austria o la la Danimarca non il Burkina Faso, gli USA o l'Egitto. Ho in mente il Chianti o il Tirolo, alcune zone dell'Andalusia o della Provenza che sono meraviglie dell'umanità e non certo posti di catapecchie in fango. A proposito, in Danimarca e Germania centro settentrionale le case più esclusive, come a Sylt, non hanno il "vostro" ethernit progressista modernista ma tetti meravigliosi in paglia.
    In Liguria, i paesei delle cinque terre che tutto il mondo ci invidia e che hanno reso ricchi i locali per il turismo, non hanno i solai piatti in CA, hanno tetti in cotto o in lavagna.

    Da queste parti dove molta gente ha abbondonato la terra e i casali in pietra svenduti a ricchi commercianti, a medici, a notai per andarsi a stipare in modernissimi formicai condominiali. Ma_è_la_modernità. Via la vetrina in noce, avanti quella in formica.
    A proposito di "perdita di valore".

    Questo tentativo polemico frequente nei sostenitori del progresso modernista e accrescitivo nei tentativi di attacco alle critiche che viene mosso al paradigma ricorda le accuse di eresia, perché siamo a questa lotta contro ogni possibile ipotesi (anche radicale) di cambiamento di questo sistema.
    E si sollevano delle accuse ridicole: i rozzi della betoniera che danno dell'arretrato a chi vive nel trullo o nella casa attiva: voi chge volete vivere nelle catapecchie in fango.
    Noi no, VOI vivete nelle catapecchie modulari condominiali o villettizzate.
    Una cosa che gran parte delle persone rifiutano, a proposito del lavorare la terra, e' che se volete che la Terra rimanga un giardino fruttifero E' necessario pagare equamente i suoi prodotti ed il lavoro di coloro che la lavorano affinché mantenga negli anni bellezza e fertilità.
    Cosa significa? Che E' necessario comprimere la parte di reddito destinata alle cazzate e rimetterla sul settore primario e su processi di qualità ad intensità di lavoro (labour intensive).
    La qualità dell'ambiente si paga, non c'è nulla gratuito in questo mondo, figurati la qualità del bene primario.
    Guarda che io non sono un commerciante di immobili, un venditore di spazi commerciali, un notaio o un fornitori di calcestruzzi.
    Che razza di ragionamento è "se coltivassi la terra con le tue manine"?
    Perché il paesaggio o un ambiente non artificiale è a insindacabile disposizione e giudizio dei soli contadini? (in questo momento la realtà è proprio il contrario e tutte queste antipolitiche stanno affossando ion tutti i modi il settore primario).

    Alahambra, ora, non sei la prima pirla mi sembra. Però questo tentativo polemico è irrazionale, non è oggettivo, non è fondato.
    Non ci sono solo i condomini dei palazzinari o le case in fango e paglia.

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  5. Bello, il tuo testo.
    ( mi ci ritrovo completamente, nelle radici padane così bene descritte ).
    Bello, il documento audiovisivo allegato.

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    1. Ho molto amato alcuni paesaggi e ambienti padani.
      Sono riuscito a vederli prima della distruzione artificializzante del ventennio funesto, anni 90 - 2009 in cui il cancro speculativo edilizio-commercial-infrastrutturatorio ha dato il meglio di sé.
      E' un problema nazionale quello della distruzione in grande del territorio la cui virulenza è solo diminuita un poco nella (benefica) crisi.
      Dall'Alto Adige alla Calabria, dalla Liguria al Veneto, dall'Abruzzo al Piemonte, una crosta che cresce senza limite di dozzinale e orribile edilizia civile, di capannoni tanto brutti quanto vuoti, di infrastrutture tanto nefaste quanto costose.

      Pasolini ha ben osservato che il fascismo impallidisce nel suo tentativo di omologazione delle culture locali rispetto alla devastazione del consumismo [e io aggiungo, del dirittismo, della speculazione demagogica democratica di massa a cui ora si aggiunge lo tsunami dell'invasione di massa, come se i danni non fossero già sufficientemente gravi].

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