venerdì 24 maggio 2013

Da soli in cima alla catasta

Chiamo a casa, risponde papà, è solo, scambiamo due parole. Sento che ha qualcosa da dire, esita, lo ascolto. "insomma, adesso sono... è che... ho conosciuto una che... sono via con la testa, sono da lei... non è come con tua mamma, con lei mi intendo... Poi parleremo.".
Alla soglia degli ottanta mio padre si piglia ancora queste infatuazioni / botte di idealizzazioni. Francamente i miei sono così paradossalmente diversi che sul piano intellettuale e soprattutto sulla socialità non è che abbiano granché in comune (per essere eufemistici). Se penso ad una certa lontananza intellettuale con A-Woman... un po' lo capisco. Poi siamo tutti a ripetere 'sti cicli, a tentare di emanciparci da costellazioni e destini kharmici e dharmici. Io mi sono salvato da questo maledetto imprinting, almeno in parte. Così soggetto com'ero a infatuazioni e ad amori stilnovistici, poi incontrai _rio. mio amico carissimo dell'UniMi, mi diceva "OmoCamminante, ricorda: prima trombare poi innamorare". E ora paradossalmente siamo quasi a ruoli invertiti. Già... Milano. Relazioni, mission impossible: leggo anche i commenti e penso che anche qui nella Dotta e Grassa non è che sia molto diverso. Ora sono un paio di anni che passo molto tempo in milonga che è un mondo di molti liberi e solitari. Ma io ho una visione di parte eppure, lo so, UN punto di osservazione. Però anche queste mie conoscenti, tangheresse alcune belle figliole assai anche, realizzate e impegnate e con cultura e con testa... me lo dicono abbastanza chiaramente quando spingo le  conversazioni un po' più in là rispetto al gossipaceo mondano milonghereccio che niente da.. molto che non... . Le relazioni e i sentimenti? Una tabula rasa. A volte forse qualche avventura tenuta lì di nascosto. Che sia tornata, come una volta,  tornata forte la chiusura delle classi in se stesse, anche e soprattutto a partire dalle relazioni?
E' come la complessità e il dover rispondere a requisiti sempre più numerosi e precisi, è un segno di società non dico complesse ma ipertrofiche, ingarbugliate, che si arriva all'aberrazione, alla perdita il senso delle cose. che poi tutto crolla su se stesso per massa strutturale eccessiva. Si rimane da soli, in cima alla catasta delle tue richieste, un po' dio e un po' solo.
Così si perde l'amore e il senso della vita, o forse abbiamo solo la possibilità di scoprire che l'amore è complicato, anzi,, è un chaos terribile.
E non posso non andare al tango, difficile e complesso, solo a volte hai degli sprazzi... rari ma con tutto in essi. Qualche ora ed arrivo, amico mio.


3 commenti:

  1. credo che il problema sia la città in contrapposizione alla provincia. a Milano (o a Paderno Dugnano) è difficile, se vai in valtellina è tutto molto ma molto semplice. o quanto meno lineare.

    a Milano si scopa poco ad esempio. anche se di sesso si fa un gran parlare

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  2. l'amore è l'aspetto della vita più imprevedibile. e questo ovunque tu sia, senza limiti e frontiere.

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  3. x Francesco:
    In provincia meglio? Non so. Storicamente in Italia in contesti rurali, diciamo in paese, trovare una partner è stato difficile, a volte impossibile, per molti uomini.
    In un certo senso ho percezione che molti contatti che ho avuto di recente non hanno superato il test "ti porto qui dalle mie parti che c'è un posto pazzesco che...". Test semplice ed efficace che permette di verificare immediatamente se ci sono potenziali intersezioni di affinità. Sto arrivando alla staz. centrale, per la "vita" devo andare in area urbana. In città ci sono anche più occasioni.

    x Ktml:
    Sì, imprevedibile. Il putto è bendato oltre ad essere un birbone...

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