lunedì 17 febbraio 2014

Tango Libre

Pensandoci qualche ora dopo, il titolo del lavoro di Frédéric Fonteyne dice tutto.
Ma prima di altro vorrei dire che non è una pellicola sul tango, non più di tanto (le scene di tango saranno un decimo dell'opera). Penso che sia sulla vita, spesso una vita di persone che cercano le difficoltà, che ci sono dentro. Le difficoltà di una vita onesta, regolare fino al pedissequo o di quelle che hanno trasgredito i patti della convivenza, la difficoltà, l'impossibilità di vivere una vita onesta, lontano dal crimine.
Poi c'è Anne Paulicevich, protagonista, tanghera anche nella vita, femmina fatale. La Paulivevich non è una donna bellissima, ma è bella ed estremamente erotica, femmina fino alla punta dei capelli. Ella conosce la propria potenza femminile e seduttiva e la vive, entrando nella difficoltà di una vita poliamorosa, anzi attirando a sè in una vita poliamorosa. Ne parlavo al ritorno, ieri. Oggi, grazie a dio, oggi che si sta diversamente di quando si viveva diversamente, alcune donne possono vivere in potenza, anche se questo scompiglia le carte e le convenzioni, peraltro dimostrando grande maturità e saggezza nei due amanti che sono in carcere.
Anche Anne a volte sbanda non poco, si capotta per 'sta potenza che non controlla e perde il limite, in alcuni momenti, il limite del distacco con il figlio, il distacco tra il proprio essere sessuale e quello adolescenziale di colui che è l'unico maschio nella sua vita di poli vedova  bianca.
A riquadro di tutto questo c'è il tango.
Entra nella vita regolare, così regolare al centimetro di segnaletica orizzontale di semaforo rosso. Il Il Tango porta con sé, come dice Mariano Chicho Frumboli, galeotto argentino che diventa untore, maestro che veicola la passione a tutto il carcere, sangue, seduzione, animalità, dolcezza, rabbia, sensi, cuore, batticuori e furia. Fino a sovvertire tutto, la vita di Jean Cristophe, di Dominique, sovverte tutto, libera, fino a portare a cose folli. Ogni riferimento alla vita dei tangheri è del tutto casuale. ;)
La liberazione da una parte, la libertà in potenza di una donna dall'altra.
Tango Libre ricorda anche le origini assai poco borghesi del tango, origini di consessi di machismo esasperato, di balordi, migranti, poco di buono, scaricatori di porto, delinquenti che lo animarono. Il tango rivive la sua nascita in un carcere belga e forse lascia una spiraglio, alla metà maschile del mondo, di trovare uno spazio di realizzazione in un mondo in cui la potenza delle donne è straordinaria e straripante.

La critica si divide, alcuni giudizi molto buoni , altri così così. Ritengo che possa piacere anche a coloro che sono curiosi e del tango e di come esso diventa vita, delle dinamiche che lo caratterizzano e che fagocita quando gli si avvicinano.
Dato il tipo di pellicola, non rimarrà a lungo nelle sale. Qui a Bologna da venerdì scorso fino a mercoledì, solo qualche giorno.


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