mercoledì 4 ottobre 2017

La legna e il tumore

Domenica _zzzino e UnBipedinone stavano raccattando (scarti di) legna a terra su nel bosco dietro casa (_zzz e io stavamo segando quella secca precedente a casa) quando è passato il contadino del podere in là rimbrottandoli. Per farla breve: da un anno/anno e mezzo ha acquistato dai proprietari precedenti (mi risultava uno speculatore immobiliare o la società di speculazione immobiliare di cui faceva parte con altri due) quelle terre e "ora non si brucia più gratis".

La casa di A-Woman non ha più esposto il cartello Vendesi, avrà venduto? Sono dozzine gli appartamenti in vendita o nuovi invenduti. Gli anni della grande catastrofe, fino al 2009, videro la più bieca e becera devastazione edilizia in quella valle e in Italia, un vero e proprio tumore che ha distrutto per sempre 8,5 milioni di ettari della migliore (e scarsa) superficie agricola.
La crisi - evviva! - ha fermato lo scempio, la distruzione economica, urbanistica, paesaggistica perpretata dall'edilizia speculativa.
Per me ora fine dell'autoproduzione per spigolatura di legna da ardere. Era una cosa che mi piaceva, un archetipico piacere residuale, un piccolo scampolo di autonomia.
Almeno a questa mia piccola rinuncia corrisponde che il tumore si è, almeno per ora, fermato. Rimangono scempi e danni ma almeno non procedono ulteriormente. Terra ai contadini, non ai palazzinari!

24 commenti:

  1. Alcuni decenni fa, quando immaginare a voce alta la cronaca attuale esponeva al rischio di passare per pazzi paranoici, mi ritrovai a discutere con mio padre della possibilità di "vivere ai margini" in caso di necessità e ricordo che espressi la convinzione che "vivere ai margini" è relativamente facile a due condizioni: 1. a "vivere ai margini" si è relativamente in pochi e 2. quei pochi lo fanno nel contesto di una comunità nella quale i più si possono permettere il superfluo. Ricordo che espressi il timore che la "scialuppa" rappresentata dalla capacità che cercavo di acquisire di sviluppare tecniche (non delinquenziali) di automantenimento "a costo zero" sarebbero divenute impraticabili in caso di impoverimento generale. Eccoci qui, fatto. Hai appena avuto la dimostrazione che, come mi è poi accaduto in ripetute altre occasioni, mi beccai del paranoico da chi in realtà dimostrava d'avere poca immaginazione e d'essere cieco nell'osservare la realtà all'intorno.

    Oggi, di fatto, la scialuppa di una "vita ai margini" non è più disponibile per eccesso di concorrenza e per erosione del superfluo altrui al quale attingere con un sorriso contando sull'altrui benevolenza. Nel tuo caso si tratta d'uno sfizio, in altre situazioni potrebbe essere una necessità che non potrebbe più avere una soddisfazione altrimenti relativamente agevole.

    Potrei ricamare, argomentare, dimostrare, esporre aneddoti. So che con te non serve, perché ormai penso tu sia in grado di immaginare da te a cosa mi riferisco. Non vedo luci in fondo al tunnel. Anzi, ne sento scricchiolare il soffitto. Auguri!

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    1. IL contadino ci campa di quella terra e pure della legna.
      Quella legna è residuale, visto che sono scarti (non ho mai abbattuto un solo albero per portarmelo a casa), non commerciale, in quanto di diametri e pesi troppo piccoli.
      Quando avrò occasione io parlerà col contadino e gli chiederò se potrò spigolarla ancora, eventualmente pagandogli qualche decina di euro, a titolo di pagamento.

      Malthus diceva che c'è un ricco banchetto dal quale cascano scarti e bocconi per quelli sotto. Se quelli sopra e/o quelli sotto aumentano troppo, ecco che anche gli scarti diminuiscono e quindi i bocconi.
      La vita ai margini assume la possibilità di recuperare alcune risorse dall'ambiente: se ci sono troppi marginali, va tutto a patrasso.
      Un esempio interessante è Haiti, un luogo inferno dove la sovrappopolazione produce miseria, abrutimento e degrado che produce sovrappopolazione. Lì non c'è più nulla, come ciò che rimane dopo il passaggio di miliardi di locuste.

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    2. Il contadino probabilmente (non sono nella sua testa) è colto da ansie territoriali e teme che il tuo accesso sia il primo passo di una più "corposa" invasione e spremitura. Del resto, con quel che si sente in continuazione, dagli torto! Vedo i risultati di questi stati d'animo anche dalle mie parti, dove stanno proliferando recinzioni che hanno l'unico scopo di tenere fuori i passanti. Un po' sono timori a vuoto, un po' sono sottolineature del proprio status, un po' la semplice esigenza d'un effetto placebo, un po' chissà che altro. Il risultato osservabile è che se non sei proprietario e non sei disposto a delinquere il tuo spazio vitale si riduce. E ancora si ridurrà. Ripeto: auguri (anche a me stesso) -- quando la stia si "restringe", i polli spintonano e cominciano a beccarsi sempre più furiosamente. Togli loro il becchime e vedrai che inizieranno pure a divorarsi a vicenda. (mica solo i polli, nè)

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    3. Lorenzo, rileggi e ripensaci, perché (magari perché mi son spiegato male) non hai inteso quel che io intendevo. La tua osservazione non ha nulla a che fare con le mie. Parlo di mele, commenti pere.

      P.S. L'ansia è uno stato d'animo molto serio, un fattore di malessere destabilizzante, potenzialmente invalidante, e da non prendere sottogamba.

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    4. Lorenzo,non pestavo proprio i piedi di nessuno, visto che il o i proprietari precedenti non si sono mai visti.

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    5. Lorenzo, ogni tanto perdi il controllo delle tue parole (non oso dire dei tuoi pensieri) e "interpreti" alla tua maniera le parola altrui, giusto per attribuire a destra e a manca nefandezze di tua invenzione. Comunque va bene così, fa parte del personaggio (che fortunatamente ha anche lati positivi).

      Ora parti pure con un altro pippolotto, magari cominciando con "mi fai ridere", "straparli" o altre piacevolezze caratteristiche del tuo stile.

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    6. Sei talmente abituato a vivere in un pollaio stipato da non riuscire nemmeno più a concepire che può esistere altro, e che in quell'"altro" ci possono perfino essere zone di libero accesso. Se così non è, le "regole" c'entrano come i cavoli a merenda: è che scelte precise e ripetute ci hanno portato a dover (soprav)vivere in un ambiente patologicamente degenerato. Il conte duca non c'entra assolutamente nulla.

      Comunque sono certo che la situazione migliorerà con gli immancabili baby bonus prossimi venturi e col continuare a iniettare nella stia ulteriori centinaia di migliaia di "risorse" all'anno. Sarà divertente vedere fin dove si spingerà la stretta delle "regole". Ma è per il nostro bene, eh!

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    7. > se anche in Italia vivessero 10 milioni di persone,

      Ahh, che sogno!!

      > ogni angolo del Paese continuerebbe a non essere "libero" ma di proprietà di qualcuno

      In Svezia, dove erano pochi gatti e civili prima che diventasse Sverigstan, ovvero prima dell'invasione della feccia barbara islamica, esisteva un giorno del libero accesso: era (e forse in alcune zone lo è ancora) possibile andare a visitare vicini e sconosciuti entrando nei loro appezzamenti, terreni, campi, etc. .
      Erano talmente pochi che la visita di una persona civile era un fatto fausto, non di rado era festeggiata, benvenuta, etc. .
      Così in pochi significa che hai tante di quelle risorse a disposizione che... è impossibile controllarle.
      Ovvero, se il vicino più vicino è a 30km di distanza e entra a pigliare funghi o un fagiano nel tuo campo a 15km da te, non succede nulla prima di tutto perché ci sono 15 tonnellate di funghi e 800 fagiani che rimangono, secondo, non te ne puoi accorgere fisicamente.

      La costipazione massima e intensiva degrada l'etologia. E' un fatto.
      Le leggi diventano sempre più severe, perché anche muovere il gomito per afferrare la maniglia dell'autobus può nuocere a qualcuno.

      Lorenzo, però, nega in maniera ideologica l'ovvia esistenza dei limiti - la portanza del sistema è finita anche in fatto di umani - asserendo che la tecnica e la tecnologia permetteranno di superare i limiti attuali (era la stessa affermazione fideistica di Friedrich Engels, il capostipite del tecnoprogressismo, non per niente l'inquinamento progressista, crescitista, tecnoteista che ammorba la stragrande maggioranza dell'area sinistra e sinistrante).

      Insomma, per Lorenzo, invece di 10M nella costipazione padabna ce ne saranno 174 di milioni, tanto la storia e la tecnica lo consentiranno.

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    8. Lorenzo, non ti ho mai dato del cretino. Del pignolo petulante sì, dell'ostinato bastian contrario anche, del cretino mai. Anche perché è palese che cretino non sei. Diciamo piuttosto che per te fare un passettino indietro è vissuto come un'onta in causa di chissà quale ragione che non riesco neppure a immaginare.

      UUIC, qui sopra, ti ha spiegato con molta chiarezza cosa significhi "libero accesso". Il libero accesso può esistere, ma solo in ambienti sani a partire dalla densità delle persone che li abitano. In Italia, fino a qualche decennio fa "sano" era difficile da ottenere; da allora, anno per anno, diventa sempre più impossibile. Anche questo fa parte del piano, se ci pensi bene: se non puoi aver quel che ti serve in altro modo che acquistandolo entro i limiti di regole sempre più ferree e cogenti (anche in virtù dei sempre più efficienti mezzi di controllo e costrizione), dove va a finire la tua indipendenza, la tua possibilità di essere libero? Sempre più sei pollo d'allevamento -- deponi il tuo uovo finché il ventre te lo consente, poi levati di torno, che al fattore non servi più.

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    9. Leggo qui la seguente frase: "Come si vede già la legge odierna sulla Cittadinanza crea italiani di carta. Duecentomila l’anno." Ora, non so che attendibilità possa avere quel sito, che troppo spesso si dimostra un po' più "sopra le righe" e tendenzioso di quanto sarebbe auspicabile, però la cosa lascia intendere che se gli stranieri residenti in Italia sono cinque e passa milioni, sicuramente molti di più sono i forestieri dimoranti. A me interessano questi ultimi, perché lo status giuridico di un gruppo di persone non ne riduce certo il peso ambientale e costoro sono un gravame messo d'imperio sulle spalle d'un ambiente/territorio che è anche mio da gente che anziché rappresentarmi mi usa e mi abusa ormai da troppo tempo. Le parole corrette aiutano a capire, quelle ufficiali assai meno.

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  2. Ora che so non prenderò più un grammo di quella legna.
    Francamente, prima, di quei tre speculatori immobiliari, non me ne fotteva un pipo, anzi...

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  3. A me sembra una cosa ben diversa rubare una bici o raccogliere della legna lasciata lì. Ora che anche la legna ha un padrone che se ne occupa, è diverso.

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  4. Io penso che ci siano cose utili, che giovano a tutti, altre neutre, altre che hanno sono a somma zero.
    Nei boschi dietro casa, ho personalmente devitalbizzato decine di alberi, ho raccattato rifiuti di ogni sorta, specie dopo il taglio da parte dei taglialegna dell'europa orientale, ho curato e ripulito le scoline.
    Sono cose positive e utili.
    Cosa faccio: sono di proprietà privata e non muovo un dito?
    Certamente prima erano terre impresenziate, ora c'è un contadino che del loro uso trae reddito, le cura.
    Ora cosa dovrò fare, con le scoline, ad esempio?
    Le devo lasciar riempire in modo che ci venga giù una mezza frana, visto che ora hanno cambiato proprietà?

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    1. Quell'approccio prevede anche che io e altri gli dovremmo fare causa quando dalle sue proprietà, in seguito a scoline non pulite e a nubifragi, invade di fango e detriti le nostre proprietà.
      Poi per eventuali rami dei suoi alberi caduti sulle auto parcheggiate.
      Se si prende il paradigma, lo si prende per tutto, onori ed oneri.
      Prima, semplicemente, non c'era nessuno.
      Nessuno chiedeva, nessuno offriva.
      Ora c'è una persona.
      Non ugualizzare gli speculatori ad un contadino, Lorenzo.
      Se fingi di non capire, possiamo portare il ragionamento un po' più in là, assumiamo che le terre vengano acquistate da un possidente taiwanese, ad esempio.
      Poi, ad esempio, proviamo a vedere i danni che i "teleproprietari" speculatori fanno al resto.
      Ad esempio di avermi impestato di case la collina sotto casa. A quel punto chiedo loro i danni per la rovina del paesaggio, sul fatto che le fogne scoppiano perché hanno edificato troppo e poi il comune mi aumenta le tasse locali, etc. .
      O tutto o niente.

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    2. Infatti. Ora che c'è un tizio che reclama, le cose sono cambiate.

      Col punto 2 evidenzi un noto problema di interpretazione e applicazione delle norme.
      Devo chiarirti come sono usate le norme?
      Basta oliare alcune persone e puoi realizzare i più grandi scempi, collettivizzando perdite, danni, costi e privatizzando gli utili.
      Tutto a norma, tutto in regola, eh!?

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  5. Certamente volavano roncolate. Perché le persone ci vivevano, della campagna e non erano speculatori.
    Ora non ci sono, non tiravano alcuna roncolata, non facevano nulla (neppure le cose che avrebbero dovuto fare).

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  6. Ci sono le osservabili.
    Il contadino sa che entra in casa e sa che è vissuta, ci sono dentro le suppellettili, le lenzuola, etc. .
    Se la casa fosse abbandonata, senza porte, in rovina, senza più una persona che la possiede, e così fosse per anni e anni, potresti diventarne persino proprietario per usucapione.

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  7. "Il termine necessario per il compimento dell'usucapione può essere interrotto: ciò, più nel dettaglio, avviene quando il proprietario del bene pone in essere degli atti idonei ad affermare il proprio diritto e a contestare quello altrui."

    Il marxismo non c'entra nulla qui, Lorenzo, visto che questo modo di acquisizione della proprietà risale ai latini.
    In ogni caso non c'entra nulla con la spigolatura di legna, visto che questa era la mia intenzione e non di diventare proprietario del fondo, di espropriarlo o altre sparate del genere.

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  8. Io non ho citato i latini assumendo un giudizio implicito, positivo o negativo, di alcun tipo. Li ho citati per smentire la tua assunzione in lettura (anti) marxista/sessantottina.

    > Prego notare che questo pensare aberrante sta dietro sia la famosa "tassa patrimoniale" che le reiterate proposte di requisizione degli "immobili sfitti",
    > una volta per favorire la "classe lavoratrice", ora in nome della "accoglienza".

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  9. > dai soliti tamarri

    Ai nostri essi hanno aggiunto molti doni e risorse così.

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  10. > il centro commerciale più grande d'Italia

    L'immagine da rendering è un vero e proprio incubo che si aggiunge ad un incubo precedente.

    > si affianca ad una enorme speculazione immobiliar
    Mah va!?

    > e quindi "riqualificare"
    E' la buzzword che indica esattamente il contrario, il degrado urbanistico, la cementificazione.
    Come l'ecologia del fare, le risorse, la crescita sostenibile, il diritto alla casa, l'aumento del PIL, lo ius soli, la grin iconomi, la democrazia raprpesentativa, l'uguaglianza ...
    Sono parole lievi, leggere, sofisticate, edulcorate che indicano un disastro dopo l'altro.
    Già, le riqualificazioni.

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  11. > attirare gente coi soldi altrimenti il Comune si trasforma in un ghetto di immigrati

    Gli invasori vanno proprio lì dove ci sono denari.
    In montagna o in Maremma, grazie a dio, non ne vedo.
    Quindi arriveranno anche loro.

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  12. Il Mondo Nuovo è la nuova costipazione aumentata con l'innesto forzato di milioni di alloctoni dei quali, parte rilevante barbari, nocivi e criminali.
    La distopia che supera ogni peggiore incubo.
    Il progresso orgoglione verso il peggio.

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Rumore, robaccia fuori posto, pettegolame, petulanze, fesserie continuate e ciarpame vario trollico saranno cancellati a seconda di come gira all'orsone.