mercoledì 13 marzo 2024

Una virtù

Eccomi di nuovo, in attesa, in ospedale, paziente indirettamente, per le attese, Rosa Canina viene misurata per vari aspetti.
Venendo qui, nel viaggio dalla provincia "profonda", noto divieti e precetti, in gran parte estremamente stupidi, o se preferite, incongruenti. Siamo in una sorta di neo-puritanesimo in cui, lo spirito, è quello che sia tutto vietato a parte ciò che non è esplicitamente permesso.
Da limiti di velocità definiti sulle capacità di automobilisti minorati, ai divieti di fumo all'aperto, utilizzo di mascherine come cancelli per fermare il vento.
Quest'estate, in Svizzera, ho notato che essi hanno un ventesimo? un trentesimo? della segnaletica, rispetto alle  nostre strade per "minorati alla guida". Cosa dice la realtà: 241/8,703 = 27,7 morti / milione  (CH), rispetto a 3159/59,11 = 53,44 morti per milione (I). Notando questo macro misura, direi che la nostra caterva di norme pedisseque non serve ad un emerito cazzo.
Intorno agli ospedali, all'aperto, da una parte rimuovono ogni possibile albero, dall'altra predispongono divieti idioti di divieto di fumo. All'aperto!!
Sui treni ci sono ancora i distributori di veleni per mani che vengono ancora frequentemente usati da coloro che temono che la propria ombra sia infetta.
Finisco perché consumerei la tastiera nel tentativo di completare la lista.
Ora chiederò alla Bocconi che come normale non desidero essere discriminato dalle persone che credono di essere erbivori, oltre ai loro cessi no-gender, mi aprano dei cessi no-vegan.

E' proprio il neo-puritanesimo dei bigottoni arcobalenghi d'oltre Atlantico, cacca che viene pappagallata come oro colato da tutti i cretini progressisti oicofobici, razzisti anti, provincialoni colla sicumera di essere up-to-date, Sì, sì, aggiornati al peggio!

Provo un discreto gusto a fottermene di questi regolamenti per minus habens. Alla fine, la insofferenza anarcoide, arruffona degli italiani per questa pletora di robaccia vessatoria, si capisce appieno. Diventa, in sé, una virtù.

martedì 12 marzo 2024

Caro diario

Caro, diario, che richiami la mia attenzione.
Volevo salutarti.
È un periodo in cui sono sotto pressione.
La maggior parte dei lavori inerenti casa (legna, spesa, bucato, buona parte delle pulizie, cantina, ...) sono (solo) sulle mie spalle, ora. Rosa Canina ora ha almeno ripreso a muoversi, non più sulla sedia a rotelle, dopo la caduta, la frattura e la distorsione al ginocchio, ma resta con un braccio ingessato.
Arrivo ad essere senza tempo per me, sempre tardi.
Aggiungo che la accompagno alle numerose visite ed esami previsti dal suo lungo e complesso "piano clinico".
Aggiungo i miei esercizi di fisioterapia, così, oggi, arriverò al lavoro tardi, finirò tardi, eccetera eccetera.
In questa catasta di incombenze c'è ne sono alcune positive: ho ripreso, ieri, a studiare tango, sabato ho fatto un "saltone" alla mia milonga del cuore.
Queste sono piccole grandi gioie come, paradossalmente, prendermi cura della mia amata Rosa Canina, così fragile, mi intenerisce. Riusciamo a farci delle grandi risate, a casa, tra i nostri siparietti e il prenderci in giro.
Chiudo che devo scendere e incamminarmi verso l'ufficio.

domenica 3 marzo 2024

Pro-fumo

Fine settimana di riposo. Rosa Canina è bloccata in casa, sulla seggiola a rotelle, no giri. Io sono arrivato piallato, gli anni passano e i carichi di lavoro mi lasciano, il venerdì, sempre più stanco, esausto. Così il sabato lo si passa a ricaricare le batterie, la domenica va meglio ma la metà del tempo è già andata. Lo splendido tempo piovoso - acqua benedetta per le falde, i campi, il bosco!- da una parte si è notato per una dolenzia all'anca, dall'altra parte mi ha permesso di riposare, di piccole attività casalinghe.
Adorabile lo stare in casa, accanto alla cucina economica: quest'anno ho prevalenza di castagno e un po' di ciliegio nella legna: a volte, quando apri lo sportello, esce un po' di pro-fumo, un fumo profumato di fiori, di frutta, di primavera, agli antipodi dal fetore emanato dalla legna di robinia pseudoacacia.

Questo tempo da case fuoco e pro-fumo sono stati tempi per un po' di convivio, ieri a pranzo, oggi a pranzo. Così, ieri la squisita polenta di vecchio Marano bio, presa col GAS, tirata al paiolo per almeno un'ora e mezza, fatta alla moda come si usa qui, con un ragù sapido (ottimo, eh, ma io da piccolo ero abituato alla polenta collo spezzatino e quella è ancora la mia ancora emotiva). A metà marzo, dalla montagna, arriva la ciccia del bio vitellone del GAS e così ho fatto un po' di spazio, in congelatore,
Oggi le orecchiette colle cime di rapa, come mi ha insegnato _audis che poi non me la dette, quella bella figliola mora pugliese, e i fagioli cannellini all'uccelletto, ammollati da ieri, coi resti della polenta di ieri, oggi ancora migliore.

Mi son perso un po' ieri sera, con alcuni documentari sul tango (qui; in un altro, ad esempio uno sulle nuove forme di tango, mi ha fatto sorridere, a questo punto, un tanghero macho-tradizionale così caustico sulle nuove mode nel tango). Vediamo, se questo mese, riuscirò a riprendere a studiare, qualche livello sotto, per ripassare e riscaldarmi.

Ecco, cibo e tango, così arcaici, archetipici, vanno alle radici, dove le nostre anime si perdono nel liquido amniotico di piccoli paradisi in terra.

(via pulminocontadino)

giovedì 29 febbraio 2024

Effic & effic

Durante una lezione (si trattava di un corso che seguivo che era organizzato e tenuto dall'Università Cattolica, a Milano, direi intorno al 2004) mi colpì, per la prima volta, il rimarcare la netta distinzione tra efficienza ed efficacia.

Il mondo economico prima moderno e poi contemporaneo punta quasi esclusivamente sulla efficienza.
Media, rapporti economici, grafici, dirigenti, strumenti, tutto tende a puntare sulla efficienza massima, che asintoticamente tende orizzontalmente inferiormente ad un massimo (io ritengo che non sia un asintoto orizzontale ma una curva che, olre il massimo, cala ma lasciamo perdere, ora, la legge dei rendimenti descrescenti).
A quel tempo, per spiegare la differenza tra i due termini, il professore usò un'immagine molto chiara: se volete capire al volo la differenza, pensate al personale del pronto soccorso oppure ai Vigili del Fuoco che, per essere massimamente efficaci (intervenire con celerità in eventi non programmabili / imprevisti) sono molto inefficienti, passando gran parte del tempo in attività che esulano gli obiettivi  funzionali primari.

L'efficienza, strettamente legata a specializzazione e parcellizzazione dei processi e delle filiere, è solo un criterio secondo cui valutare un sistema.
L'efficienza è un criterio incompatibile con l'efficacia ma anche con altri criteri, in primis quello della resilienza ovvero la capacità di sistemi complessi di mantenere le funzioni primarie in un intervallo accettabile anche in occasioni di accidenti imprevisti.

  • Negli anni 2021 e 2022 in seguito agli anni della pandemia prima e della sindemia dopo dei 2019 e del 2020, era frequente avere la risposta "Spiacenti, ma non disponiamo del prodotto xyz in quanto i fornitori sono in grande ritardo con le consegne".
    Sistemi industriali (molto) efficienti non riuscivano a reggere e a recuperare le mancate produzione di molti mesi.

  • Ieri, un commento di Mr KeyMasher riportava l'attenzione sulla banca dei semi.
    Qui cambiamo contesto e passiamo a quello dell'agricolutra (a prima parte della filiera del cibo): è noto da molto tempo, a chi bazzica la pianura Padana e le (sempre meno) estese coltivazioni di mais, che quegli ibridi ad alta resa sono sterili, ovvero quei chicchi gialli, piantati in terra, quasi mai portano alla germinazione di una nuova pianta di mais.
    Se si spostiamo dal come al perché, si possono pensare a complotti, al catastrofismo, o ad altro.
    Io avevo pensato ad un sistema efficiente che vuole ottimizzare la produzione in quintali per ettaro, rinunciando alla germinabilità (resilienza) e delegando la produzione della semenza a fornitori specializzati di sementi.
    La fragilità del sistema non è solo nella filiera o nella dislocazione e accesso alle sementi, ma anche nella fase produttiva: gli ibridi sono spesso fragili, richiedono molte risorse (concimazione ed acqua), soffrono condiziobni anche solo subottimali (e.g. piovosità ridotta ancor prima della siccità), si allettano in caso di vento, richiedono uso massiccio di veleni per contrastare gli attacchi parassitari, fungini etc. dovuti anche alla propria fragilità.

  • Molte aziende hanno ruoli critici / importanti che sono affidati ad una sola persona.
    Semplicemente è troppo costoso, a breve termine, gestire una ridondanza nel ruolo.
    Questo si sta rivelando una vera e propria spada di Damocle, visto che nei prossimi otto, dieci anni, almeno il 30% di tecnici (fisici, ingegneri, informatici, chimici, etc.) aventi ruoli e importanti e unici, se ne andranno in pensione.
Anche in occasione delle alluvioni del maggio 2023 in Romagna, o quelle successive in Toscana settentrionale, il mio dubbio fu ed è: fu una scelta (visto che questi terreni sono fertili, decido di strappare altri 10m al fiume torrente, costruendo argini [di sabbia !] più alti, perché considero maggiore i benefici in 50 anni di rese agricole (o industriali) elevate rispetto ai danni, per quanto rilevanti, che mi capitano per l'alluvione per la piena cintuantennale) oppure una non-scelta, un seguire il solo criterio della massima utilità a breve termine trascurando ogni altra considerazione?

Nel video a corredo un'altro caso di presunta efficienza: la maggior parte delle persone crede che "i fiumi debbamo essere tenuti puliti in modo che l'acqua vada via velocemente".
Peccato che... sia la soluzione sia semplicemente bagliata, nella grande maggioranza dei contesti reali, visto che questo accelera i picchi di piena a valle e aumenta la capacità erosiva delle correnti, col quadrato della velocità. In qualche centinaia di metri a monte della rottura in sponda destra dell'argine, la aumentata velocità della corrente del fiume Idice letteramente distrusse gran parte degli argini.
Ecco, in questo caso mi chiedo se sia l'efficienza o l'efficacia ad essere incompatibile con la resilienza.

lunedì 26 febbraio 2024

Fragilità

Eravamo saliti al campo di Rosa Canina, per ritirare tre cassette di legna fine preparate in precedenza, controllare i piccoli alberi piantati l'anno scorso, tagliare un po' di ginestra e rovi infestanti. In poco tempo ce la siamo sbrigata. Poi, data la bella giornata, abbiamo deciso di fare qualche passo al sole, del quale abbiamo bisogno.
Ci siamo avviati verso un paio di borghetti, relitti di piccole comunità umane scomparse in pochi decenni, forse non più di quattro (diciamo 1960 - 2000). In pochi lustri dissoltasi la presenza umana di secoli. La cultura del castagno, anche, regredisce: castagni secolari, non più coltivati, seccatisi in piedi, scheletri lignei verso l'alto. Nutrirono generazioni, non sono più curati, se ne vanno (il castagno sta soffrendo le estati sempre più lunghe e secche, oltre che ondate di vari attacchi, dal mal d'inchiostro alla cosiddetta vespa cinese - non è affatto un imenottero).
Osservando le case con le molte finestre, ognuna era stanza, ricca di donne, uomini, bambini, stipati e anche in situazioni che oggi riteniamo promiscue (mi ricordo, la mia infanzia, dalla nonna materna, eravamo così tanti, i nipoti, che nelle allegre riunioni di famiglia, i bambini, i ragazzi, dormivano due per letto, le due teste ai lati opposti dello stesso letto) mi chiedo come diavolo potessero, così numerosi, con così poco!
Riflessione inevitabile: la presenza di così tante persone in territori avari di risorse è stata certezza di miseria più che di povertà, per secoli. L'emigrazione di massa, una vera e propria fuga lo ha testimoniato meglio di mille libri. Ora osservo, da troppi a nulla.
Così, la fugacità dell'essenza, la fragilità umana, non è stata solo il risultato di un esercizio spirituale camminato per un paio di quarti d'ora. Lungo un minuscola viottolo in discesa, Rosa Canina, è scivolata su una pietra bagnata (dalla pioggia della notte precedente) e si è accartocciata, di nuovo: ha appoggiato il braccio sinistro e ... patatrac, frattura a radio e ulna (avambraccio sx). La sua grave osteoporosi, dopo la frattura del femore, le ha imposto una presa di coscienza sulla fragilità. Personale, oltre che quella delle comunità umane montanare. 

La superfetazione a destra ha il tetto sfondato e se ne sta andando. Un castagno vigila il passare del tempo.

Quante finestre, passaggi, usci si affacciano su questa corte, un tempo assai vivace, ora silenziosa.

Stampella

Le stalle erano vicine al resto. Le finestre erano piccole, il vetro non c'era o era troppo costoso.

Sopra a tutto, un castagno secolare. Nutrì coloro che fecero e poi puntellarono.

Sul davanzale della finestra, cresce erba, ormai. Ma non è un buon segno.

Sopra all'uscio ormai sgangherato, una piccola inferriata in ferro battuto.
C'era comunque un anelito alla bellezza, anche in queste povere case.

(unuomoincammino)

venerdì 23 febbraio 2024

Batticuore

Sto per partire. Mi aspettano. Una milonga, il tango. Batticuore.

giovedì 22 febbraio 2024

Eversione (sbloccare la)

Dunque la compagna giudice Roberta Marra ha sbloccato la Ocean Viking.
Notare qui https://ilmanifesto.it/sospeso-il-fermo-della-ocean-viking-primo-colpo-al-decreto-piantedosi proprio i meccanismi da sempre usati dalla magistratura compagnesca per sovrordinarsi agli altri due poteri, annullandoli, de-facto.
Il diritto internazionale (la nave batte bandiera norvegese però la Norvegia non si assume l'onere dovuto di gestione dei trasportati/deportati), la costituzione presa solo per gli articoli che piacciono (la sovranità popolare e difesa dei confini contan un cazzo).
Magistratura eversiva, antipopolare, antidemocratica.