sabato 30 aprile 2016

Uno della ghenga (sogno)

Sentivo quel gracchiare stronzo. Sebbene il ciclo circadiano, il primo, fosse finito ero profondo e lontano. Impossibile tornare alla vita, spostato la sveglia di un altro ciclo.
Erano passata mezzanotte da un quarto d'ora ed ero arrivato là, dalle streghe, un po' trasognato, sei di qui ma sei di là, gli occhi ancora assonnati. A quell'ora avevo trovato ancora un po' di traffico stranamente, non come alle ore treeventisette fino alle treciuquantaquattro del ritornodivelocitàdivoranteinventisetteminuti.
Questa sera sei nostro ospite! mi ha detto _ecchi.
Ma è un sogno?!
Era la prima volta che mi è successo. Da "piccolo" osservavo che i capi e le cape delle varie milonghe talvolta omaggiano altri professionisti/colleghi/capi/danzatori/tangheri/TJ di un ingresso. Per la prima volta mi sono sentito... voluto, uno della ghenga. Un piccolo gesto eppure che felicità che mi ha dato.
Poi dentro è stato il tango, in un organismo caldo danzante, di abbracci, di trepidare sulla musica, sui batticuore, di ridere sugli errori, di abbracciare queste donne,ciascuna diversa, unica, a volte speciale, fiere feroci, alcune, nella loro sexytudine di femminilità iperbolica, anche l'estetica del tango è sogno.
Ore quattroetrentadue, letto qualcosa, mi si chiudono gli occhi.
Ecco, un sogno danzato, una pausa nella realtà e fuori di essa, tre ore di sonno prima, quattro e mezza poi.
Come un sogno. A volte sento che morire e nascere e morire sia un po' così.


giovedì 28 aprile 2016

Naturamare - 2

(Naturamare - 1)

Questo il secondo giorno, domenica ventiquattro. Prima lungo il tombolo, anche se il gruppo di sette si è impigrito, abbiamo camminato solo circa la metà; quando siamo ripartiti dalla sosta di metà percorso in spiaggia io ero contento, in spiaggia (se poco attivo) mi rompo. Poi su, nel borghetto antico. Il contrasto tra la natura selvaggia e il giardino del quale un tempo era capace l'uomo è straordinario. Il meteo decisamente meglio e migliorato durante la giornata e meravigliosamente fresco ovvero freddo per quei luoghi: sono tornato dai contadini con una prima scottatura da sole dell'anno.


















Festa della sostituzione

Ieri alla macchinetta del caffè, vicino al mio ufficio, sentendo il coro unanimesdegnatosalmodiantedirittista antifa e antiquà sul 25 aprile, ho vinto la mia ritrosia e ho ricordato alcune cosine:
  1. I sinistri post / diversamente / orto / para comunisti hanno il massimo rancore possibile con i fascisti proprio perché questi erano come loro, socialisti, con l'unica differenza che non prevedevano l'abolizione della proprietà privata. E' noto in biologia che la lotta più cruenta è quella intraspecie seguita solo da quella tra specie simili concorrenti sullo stesso biotopo.

  2. Il paragone storico più corretto è con l'Italia giolittiana rispetto alla quale le condizioni sociali delle classi popolari fecero balzi avanti straordinari (Mao Tse  Tung era un ammiratore e studioso di Mussolini anche perché egli voleva capire come migliorare il più possibile nel minor tempo possibile le condizioni delle masse cinesi). Per questo il fascismo ottenne un consenso così ampio.
    Cito la citazione lorenziana (un motto che dice più di mille parole): Franza o Spagna purché se magna. Leggere qui (testimonianza di un comandante partigiano da me sollecitato) come era la Decima Legio, la città poi più comunista d'Italia (*).

  3. La festa della sostituzione del socialismo fascista con quello cattocomunista ha i suoi riti, le sue morali. Più sono moralisti, più sono manichei, dissociati dalla realtà e proprio fascist(oid)i (sarebbe stalinisti ma uso il loro gergo rozzo) più sono ciò che volevano sostituire, con cui hanno competuto e che hanno sostituito.

  4. A livello internazionale, gli "invasori" tedeschi si sono ritrovati degli alleati voltagabbana da un giorno all'altro. La grande catechesi ha denominato invasori coloro che erano stati traditi e liberatori gli invasori statunitensi che, dopo settanta e passa anni, hanno ancora le loro basi militari e i loro sistemi di plagio e controllo ideologico, delle telecomunicazioni ben piantati sul suolo italiano e nella testa dei sottomessi. Questo è solo uno dei falsi, delle inversioni che sono la "base assiomatica" storta di questo oppio che è stato cacciato nella testa dei fedeli.

La Grende Sostituzione continua e io mi trovo a detestare. con massima raziocinio, questi fondamentalisti invasati, dissociati dalla realtà, ipocriti e falsi, oscurantisti, questi collaborazionisti froci masosadici col culo e le vite degli altri - la mia compresa.
I colleghi (a pare uno, che mi ha dato ragione) hanno smesso di salmodiare, io sono tornato nel mio ufficio. Per un quieto vivere dovrei prendere lezioni da zentropista.


mercoledì 27 aprile 2016

Naturamare - 1

Se c'è una cosa che adoro è questa unica combinazione di natura selvaggia, mare, costa alta, boschi, flora, monti colli, arte incastonata, fauna, storia, giardini dovuti al lavoro millenario dell'uomo e selve sempre più selvatiche, legende e l'immaginazione, il camminare nel tempo oltre che nello spazio, che tutto ciò evoca.
Lascio parlare le immagini, le parole sono inutili.



















venerdì 22 aprile 2016

Un, due, tre... sette

  1. Me ne vado  via per quattro giorni con un gruppetto, quattro giorni a camminare, tra mare e monti sul Tirreno (v. sotto). Potremmo prendere dell'acqua ma... penso che possa avere i suoi pro: la macchia mediterranea diventa verdissima e camminare nella macchia bagnata, "piovuta", specie in questo periodo, è un'apoteosi estetica di fioriture, odori, profumi. Sarà comunque bello, una immersione in natura di cui ho proprio bisogno.

  2. _dralia è sparita e non ha risposto ad un messaggio di saluti: è un periodo in cui è sotto pressione per dei  corsi; ho comunque l'impressione che non l'abbia presa affatto bene.
    _rroli risponde ai miei segnali, è brava con le parole, gioca con esse. Non come _tra ma comunque sveglia e brillante. Sexy anche per questo.

  3. Martedì sono tornato a lasciarmi andare nelle braccia alate del tango. Devo dire che ultimamente ho ridotto anche solo un po' le uscite, l'ho un po' trascurato ovvero non più curato come prima. In ogni caso quando vivi il tango, gli sprazzi di tango scrivevo una volta, non capisci più nulla ovvero capisci tutto.
    Non posso non osservare questa condanna del gioco a somma zero tra tecnica e capacità e stupore ed emozioni: quando progrediscono le prime... Però quando trovi una partner in cui improvvisare la tua sinfonia, la tua sessione di arte relazionale ecco che gli sprazzi, arcobaleni e caleidoscopi, tornano e scompigliano tutto.

  4. E' da quando andai dai miei in Lombardia a Pasqua che volevo condividere 'sta osservazione. Insomma, era sabato sera, ero comodamente sprofondato cullandomi nella sedia a dondolo a controllare mail e messaggi, mia madre arriva, accende il televisore, "zappa" un po' di canali, arriva alla trasmissione di Maria De Filippi; io continuo con quanto stavo facendo ma, di tanto in tanto, sbircio un po'. Quel sabato c'era la storia di una donna che, in seguito ad una separazione, abbandona i tre figli piccoli e se ne va in Spagna a lavorare nel turismo. Devo dire che la storia non può non essere toccante e che i realizzatori della trasmissione sanno lavorare su toccare corde sensibili. Dopo alcuni lustri di  rottura completa dei rapporti, delle comunicazione, ecco che si incontrano proprio sotto riflettori e telecamere.
    Però, ecco, però io mi chiedo quale sia la ragione che muove queste persone a mettersi come "mostri" sul baraccone ad esibire le proprie abnormità a milioni di altre persone. Ci potrebbe anche essere un lieto fine, un senso di gioia per una cosa che è finita bene ma tutto ciò viene maciullato dal sistema mediatico, dall'affarismo che muove il tutto. Insomma, a me non mi piace e sono sempre più contento di non avere la scatola inquina-menti.

  5. Prince è morto? Chi è Prince? A me_mi piaceva (molto) solo Purple Rain, il resto poco o nulla.
    Invece martedì in palestra di cointegro sono venuto a sapere che la gura dell'associazione (_ena, e pure sua sorella _ita, sempre una capa dell'associazione) sono morte entrambe di tumore. _ita aveva due anni più di me. In realtà di quattro sorelle, tre sono morte di tumore e vive una quarta (peraltro minorata e/o con gravi problemi). Karma famigliare infausto? Certamente una predisposizione, una malformazione genetica, un trasmettersi DNA instabili.

  6. Mi viene il dubbio di vivere come un'asceta senza volerlo essere. Però ci vivo bene. Io penso alle donne, all'eros che manca. Ma anche al fatto che vivo senza i casini notevoli che porta seco la relazione, ogni relazione. Sono un furbetto che se ne sta lontano dai casini, Grandi benefici ma anche grandi perdite. Mi chiedo se io abbia ancora una libido.

  7. Vedo i manifesti per questa festa che io sento sempre più lontana. E ipocrita. Penso che mi stia svegliando da anni e anni di rincoglionimento sinistroide. Già in lista civica avevo capito che c'erano troppe cose che non andavano, troppe finzioni, ipocrisie, dissociazioni. Il sostegno della sinistra all'invasione e alla sostituzione mi porta sempre più rabbia contro questi che considero il massimo pericolo per la mia vita, per il mio futuro. A volte, a mo' di consolazione, prendo atto che gli islamici, quando ci avranno sottomessi, la prima cosa che faranno sarà l'eliminazione dei collaborazionisti, della sinistra. Anche le peggiori cose hanno dei lati positivi.
    Liberazione: passare ad essere zerbino degli USA e inquinati dall'oppio ideologico "sinistro" e al mix sinergico, il cattocomunismo, 'na droga a due componenti, ancora più potente.
    Più che liberazione mi sembra una regressione notevole.


Sarò (ancora) meno connesso al diario fino a mercoledì.
Buon finone di settimana.


Ucci ucci

Riesco ogni tanto ad entrare in blogger, quasi mai nei blog.
Ucci ucci sento puzza di strumentucci.
Scusate per l'assenza.

mercoledì 20 aprile 2016

La comune

Avevo letto una presentazione sommaria. Questo lo voglio vedere - mi ero detto - voglio vedere come faranno. Sì, proprio come faranno. Comune, ricerca del paradiso in terra che diventa un inferno.
Ho trovato ben fatta e gradevole questa pellicola danese.
Un gruppetto assai eterogeneo, dal professore universitario che non vuole sostenere da solo i costi di gestione di una grande casa signorile, all'immigrato mediorientale, dalla fricchettona peace & love alla conduttrice del telegiornale nazionale: bel misto, eh?! Io ho un debole per i popoli nordici e il loro civismo. Sono danesi e riescono a trovare un buon modus vivendi, regole e turni e la casa rimane vivibile, non un troiaio caotico di sciatterie e disordini personali autoamplificanti di fancazzisti.
Però il democratico e strutturale approccio pragmatico alla soluzione dei problemi (concetto ricorrente nella storia) del "paradiso" viene sollecitato duramente dalle provocazioni della realtà che non è un paradiso edulcorato, non è un regno walt disney sulla terra.
Nel sesso più o meno aperto/libero arriva la sovversione di un innamoramento, il dolore dell'abbandono, lo strazio per La Rimossa - la sorella nera - che si porta via il figlio novenne di una coppia della comune.
Il "paradiso" strutturato vacilla, cede.
Fu una grande illusione (*) dovuta ad una sbornia di un beverone (cocktail) composto da tecnica, progressismo, utopie ugualiste, adolescentizzazione collettiva, un tentativo di sfuggire alla solitudine.
Si arriva ad un principio di compassione empatica per questa patetica e variopinta armata brancaleone a sfasciarsi sui duri mulini a vento, nei suoi tentativi generazionali di fuggire dalla realtà, dal suo dualismo universale in un'illusione di mondo a metà in cui ciò che si è rimosso buttandolo fuori dalla porta rientra, furtivo, dalla finestra.



martedì 19 aprile 2016

Un ultimo tango

Sapete che il cinema può essere evocatore di grandi emozioni se la storia che di volta in volta rappresenta è, almeno un po', la tua vita o un pezzo di essa. Così noi appassionati osservavamo gli appassionati, danzatori, tangheri portegni intorno a Maria Nieves Rego e Juan Carlos Copes, giovani di Buenos Aires e del mondo a cercare di portare, di fissare la storia del tango e della vita che il tango ne è solo una parte.
Quando sono uscito dalla sala ero innamorato, per manciate di amori tre minuti, di Ayelen Alvarez Miño (intrepreta Maria Nieves giovane). Come non potresti? Bellezza, un corpo perfetto con l'arte dentro e tutta l'eleganza degli anni quaranta e il lucido del mondo dello scenario.
E' la storia di una delle più grandi coppie del tango.
Ma non è una storia edulcorata, fiabesco - strampalata di Lezioni di Tango o quella surrealista di Tango di Saura. Come Tango Libre, è la realtà (che supera ogni fantasia) e il tango in essa. E' la storia di due ragazzi che si incontrano in un salon, lei si innamora di lui, pure lui di lei anche se all'inizio è un carro, Juan Carlos Copes, all'inizio, non sapeva ballare, le pestava i piedi, ha imparato anch'egli.
Il tango è sessista, come osserva Nito Garcia perché è un gruppo di tessere di una società che nei ruoli è... ancora separata che io non so o forse lo sempre più che questo guazzabuglio ugualista pure tra i generi, alla fine, è un male, un problema, un problema grande, forse peggiore di quello che li teneva separati e distinti a priori perché venusiane e marziani sono diversi.
Così questo amore sbocciato in una milonga e alimentato da una relazione artistica straordinaria, fuori dalla milonga diventa un problema di due persone che,  fuori dalla milonga appunto, proprio non vanno.
Diventa la storia di Maria Nieves, del suo trovarsi artista a livello planetario senza volerlo, col suo desiderio insoddisfatto di maternità, gli allori, la gloria, la fama al posto dei pannolini, dei capezzoli ciucciati da un bebé e il fatto che la società non le avrebbe mai permesso di violare i suoi granitici precetti e divieti morali, come avere figli da un altro uomo.
Il tango li tiene uniti, li separa, "Con te e senza di te", direbbe lo zio Osho.
Ballano tutti i sentimenti, fino all'odio, si insultano a denti stretti (si dicono sorridendo "hai mangiato bulloni, oggi?").
Sapete che lo avevo scritto, il tango è un racconto col corpo di tutti i sentimenti e questa pellicola testimonia che se c'è l'amore grande, allora prima o poi arrivano, nella sua narrazione, anche il rancore, l'odio grande, la competizione, anche interna alla coppia, non ci sono solo la malinconia, la seduzione, lo struggimento, la gioia, il desiderio folle.
La vita nell'arte ha suoi canoni indipendenti da quella fuori e così è stato per Maria Nieves Rego e Juan Carlos Copes. Glorie e luccichii, tacchi e gessati, la fama mentre si è strumenti con il bandoneon e la quotidianità, la solitudine, le regole sociali, la povertà quando si arriva al silenzio, ai rumori della strada, della vita.
Il tempo attraversa le vite, la società, il tango stesso e scappa via veloce (Ho rabbia che ho già ottantatre anni, dice Juan Carlos Copes). Ancora una volta l'arte è un tentativo di catarsi dal tempo che fugge e precipita, il tango diventa un amore più grande dell'amore, sono una roccia il primo e il vento il secondo. Divisi dalla vita, uniti dal tango.

Bellissime le ricostruzioni degli anni quaranta e cinquanta, le riprese di Buenos Aires e i tango in esterno. Ho trovato molto interessante la ricorsione, la pellicola che racconta se stessa, nel commutare frequente tra la rappresentazione della storia dei due protagonisti e l'aspetto documentaristico sul documentario, i dietro le quinte che sono ricerca storica, artistica ma essi stessi tango ed emozioni.
La maestria dei danzatori tangheri e le coregrafie interessanti (come il tango in tre) diventano un dettaglio.


lunedì 18 aprile 2016

Un paio di anni dopo


  • Un ballerino veramente avanzato è capace di 'scendere dal suo livello' e far star bene comunque il suo partner. Se vi ritenete ballerini avanzati ma vi sentite degli incapaci con ballerine al di sotto del vostro livello, allora non siete realmente avanzati siete solo 'altamente specializzati'. Avete imparato a parlare della meccanica quantistica ma non siete capaci di parlare del tempo che fa. Se come follower siete strepitose quando ballate con partner di alto livello, ma non riuscite a mantenere l'equilibrio o a completare i movimenti con chi è a un livello più basso del vostro, allora non siete avanzate siete 'dipendenti'. Una regina è regina sempre, non importa con chi stia parlando.
    Veronica Toumanova via ultimatanda


Nel buco di tempo che c'era, più o meno, un'ora e tre quarti, sabato sera sono andato in una milonga in città che in genere non frequento (in genere no tango di sabato, in genere non in quella milonga).
Osservavo l'approccio molto "sociale", il livello medio basso se non basso, molte persone che si dimenavano e la sua fauna (ogni milonga ha frequentatori che tendono a caratterizzarsi per una o più caratteristiche). Ero sconcertato: all'inizio, quando andai le prime volte in quel posto, io rimasi persino sconvolto da ciò che, a quel tempo, considerai eccellenza.
Non avevo molto tempo: vuoi ballare? allora inizia subito che a mezzanotte e qualche minuto via, alla mezza devi essere puntuale col bipede.
Così ho invitato una tanghera colla quale ballai tempo addietro, diciamo almeno un paio di anni fa. Era una di quelle "brave" e allora io ero onorato che lei accettasse le mie mirate.
Ho trovato un tronco, sabato, sera con uno dei problemi più diffusi per chi si approccia al tango senza riuscirci molto che è quello di non dissociare (dissociazione: opposte rotazioni del torso e del bacino sull'asse verticale comune). Ci sono rimasto male. Non riuscivo a capire come potesse avvenire tutto ciò, come quella ballerina che mi sembrava, un paio di anni fa strepitosa, potesse... essere così.
E poi riflettere sui miei limiti nel ballare non bene con una persona che non balla bene. E sul conflitto tra il linguaggio, la tecnica e il fatto che una delle anime del tango è l'empatia, in un abbraccio. Non sarai, non sarò una stella ma per quei minuti, saremo lo stesso stelle abbracciate (in teoria).
Ho ballato due o tre tande con _ica, la mia compagna di studi di milonga. Scintille, lapilli, salti, intesa ed essere un animale a quattro zampe.
E' mezzanotte e tre minuti, devo andare. Baci abbracci sono andato via rasserenato.

Via migliore?

Il mio bipede è stato a casa ammalato la settimana scorsa: tonsillite. Era tutta la settimana che mi diceva che sabato ci sarebbe stata una "festa" (ovvero un evento danzante in città al quale mi aveva anticipato avrebbe voluto partecipare fino oltre le due). Io gli avevo anticipato che  ero contrario. Poi sabato mi ha messo giù un muso lungo così e io mi sono cakomollizzato. Zio canchero, ci vediamo così poco e così le poche ore che abbiamo insieme vanno alla malora. Ho riflettuto un po'. Era venuto da me in treno + piedi, poi aveva fatto un po' di lavoretti. Insomma, mi stava dicendo: papà, vedi che sto bene e che mi do da fare!?
Poi mi ha detto che ha preso dei buoni voti (ad esempio in matematica un otto meno), il bipede si è dato da fare su alcune lacune.
Io ho osservato tutto attentamente e riflettuto un po'. Poi ho pensato che... si sarebbe potuto divenire ad un accordo: visto che ci tieni tanto, facciamo così: tu vai senza sciamannarti che non è certo il caso, ancora sotto antibiotici e io max ore zero trenta ti vengo a prendere. Quando gli ho detto la cosa il viso si è rasserenato, ho percepito la sua felicità. In effetti è uscito puntualissimo, niente sudore, calmo. Io ho gioito molto per il fatto che UnBipedinone abbia rispettato i patti al millimetro. Anche ieri si è dato da fare.

A cena, ieri sera, prima che lo riportassi da sua madre mi ha chiesto: papà, sabato prossimo!?!?
Sa che ho in programma un gruppo per un trekking mare e monti, in Toscana per quattro giorni.
Gli ho risposto :- Va bene!
Le condizioni sono che tu tenga tutto in ordine, questo, quello, codesto e quell'altro.
Ho percepito ancora una volta la sua felicità. Vuole invitare la sua fidanzatina, cucinare per lei, portarla in alcuni posti incantevoli, radure ai margini del bosco, più in alto  sulla collina.
Mi ha parlato anche del menù, di cosa vuole cucinarle, esprimendo qualche preoccupazione per i niet che arriveranno da mamma.
Io osservavo i muri categorici, inespugnabili che esistevano dai miei (quelli per i quali me ne sono andato a metà università mantenendomi studi e vita con un lavoro a tempo parziale), muri che sono ancora altrettanto granitici su alcune cose (ad esempio il divieto de-facto di usare la casa nel remoto paesello in Trentino che rimane vuota quarantanove settimane all'anno).
Io li trovai e li trovo così assurdi eppure, se io sono come sono, lo devo anche a quei "no comunque e a prescindere". Sarà giusta migliore la mia via, responsabilizzatrice, invece di quella assolutista?

sabato 16 aprile 2016

Diecimila passi - 3

(Diecimila passi - 2)
  • E allora io quasi quasi prendo il treno e vengo vengo da te.
    Ma il treno dei desideri nei miei pensieri all'incontrario và.
    (Paolo Conte)

  • Io ti piaccio?
    Non so.
Prima di partire avevo messaggiato a _rroli che sarei uscito per la seconda volta con una romagnola e che la cosa paradossale è che la seduzione non funziona con chi vorresti veramente, che avrei voluto essere con lei ad aprire quel menù. Sul treno di ritorno dal lavoro sono crollato, di un sonno pesantissimo, di pietra, ho rischiato di non svegliarmi in tempo per scendere alla stazione di casa.
Osservavo che mi piaceva più il rito, di preparare un incontro con _dralia, più che di stare con lei. Poco prima delle venti e trenta sono arrivato spaccato al minuto al casello di Faenza. Era un po' imbarazzata. Quanto tempo che non ci eravamo visti? A parte quella virgola, da venti giorni. Io lo chiamo effetto a dente di sega: ci si incontra, empatia che sale rapidamente ad un massimo, poi per due settimane cala sempre di più fino a zero. Quante volte sono incappato, come papà separato e libero a fine settimana alterni?!
La questione è che a ieri ci siamo arrivati con la testa, non con l'istinto. La testa ha osservato il dente di sega e ne ha preso le distanze (potrei essere cinico ed osservare che l'istinto è sempre stato piatto).
Al parcheggio eravamo imbarazzati, dicevo e io non sono stato frizzante, caldo solo (un po') brillante, seduzione dov'eri? Nostri contatti di corpo erano... ridotti praticamente a zero.
Avevo chiamato un vecchio lettore per capire se avrebbe potuto ospitarci (un posto che trasuda di grande bellezza italiana rurale, ma prima di parlarne in dettaglio vorrei visitarlo di persona) ma... era troppo tardi, ci ha consigliato La Cavallina. Sapete che vi dico? Che erano anni che non mangiavo ad un livello così. Arte in cucina. Sì arte, proprio arte. Bocconi e sorsi di arte. Eppure ci osservavo, non riuscivo a lasciarmi andare. Ecco, come con un'amica.
Brisighella è dei posti più belli della Romagna e la serata era asciutta e tiepida. Per smaltire il vino, per scioglierci sarebbero serviti altri diecimila passi?
In quell'angolo meraviglioso sotto la rocca, tra cipressi, rosai, pietre e cocci antichi, casine col glicine e le lucine dentro, notavo che si metteva perché io la prendessi  e la baciassi. Non mi veniva, non l'ho fatto. Io sono anche istinto ed eccessi. Anche perché c'è anche lo scopaggio di testa e anche quello non c'era. La bacio o non la bacio? Non ho voglia. Epperché dovrei baciarla che non c'ho voglia? Poi sai che se la prendono... Eravamo due persone che parlavano di tante cose, belle e buone e interessanti, fuori e col nostro dialogo interno, dentro. Fuori... fossimo stati relatori di simposi invece che due amanti in principio.

La nostra franchezza, la sua domanda, la mia risposta, ha avuto spigoli aguzzi ma ha sgombrato anche molte cose.
L'autostrada era nera lunga buia e noiosa, sono arrivato a casa alle tre e quaranta, stamani, faticando molto per la stanchezza.
Osservo ore gradevoli e molte domande rimangono senza risposta (l'inappetente non ne vuole sapere di tornare a mangiare).
Diecimila passi ancora e per non essersi spostati (le ho accennato di quella prima volta a Brisighella, con _via che si si era presa una cotta di me).



venerdì 15 aprile 2016

La frattura

  • Ca ta 'n venga fori 'n'ernia, ma va a lavurér 'n miniera! (*)
    _zzz

La risposta di _zzz mi ha fatto muorire dal ridere. Solo la lingua locale può essere così dissacrante.
Stasera ho un appuntamento con _dralia in Romagna. Seconda uscita. La cosa paradossale è che mi ci devo impegnare visto che non so quanto mi piaccia fisicamente. Il pre-intellettuale... già!
L'intesa viene strada facendo?
Mah.
Poi ho la testa verso quella milanese che però mi fila il giusto ovvero come amico, per il momento.

I problemi della vita, eh!? Poi _zzz mi ha risposto e ho riso. _dralia è persona interessante, con una buona testa. Ma sono io che ho la frattura tra il biologico e la cultura.

Un lavoro importante



Lo vedevo spazzare la strada, con la sua divisa. Pulirla dai rifiuti che il merdame umano egoico caccia in giro da mane a sera, specie quello che ci  sta invadendo, una massa abominevole di invasori spargirifiuti quello che io raccatto ogni giorno, ovunque, in giro.

Lo avvicino.

Volevo ringraziarla. Lei sta facendo un lavoro molto importante, sta pulendo il mondo.

Mi ha quasi spaventato!mi ha risposto. Poi ha sorriso.
Sì, importante davvero. Grazie.
Ha sorriso.

Sì, un lavoro importante, di un esteta ecologico.

Referendum? Sì grazie!

Come anticipavo io voterò e voterò sì per il referendum. Anche se ciò è una scelta ponderata, non così lineare. Purtroppo non ho il tempo per citare una letteratura direi sterminata (qui e qui potete trovare decine di documenti, ad esempio) fatta anche sul campo, vista la mia partecipazione, in passato, ad una lotta contro una centrale fossile che il PD aveva tentato di imporre dall'alto sul territorio (dove vivo, già con un notevole surplus di produzione energetica).

Perché votare
  1. Ogni meccanismo che tolga potere ai centralismi (anti)democratici e vada in direzione di un qualche embrione di democrazia diretta è positivo in sé. Da sempre i governi e le oligarchie parassitarie la vedono come fumo negli occhi.
Perché votare no
  1. Ogni territorio deve tendere all'autarchia compresa quella energetica.
  2. Il quesito è troppo tecnico, riguarda un aspetto minimale e specifico, direi quasi amministrativo della questione del problema dell'estrazione di idrocarburi (v,. punto 5 sotto).
Perché votare sì
  1. I sistemi 6 e il teratoma antropico si nutrono di energia. Meno energia è meglio se serve ad affamare il leviatano.
  2. Il sistema di franchigie aberranti e di royalties ridicole da paese del quarto mondo sono una delle caratterizzazioni di questa espressione di citrocapitalismo. Utili per i pochi amici degli amici e danni collettivi.
  3. Il paradigma delle energie fossili è una dei molti punti regressivi del modernismo progressista, crescitista e consumista.
  4. L'industria energetica è tra le più grandi distruttrici economiche e di posti di lavoro, superata forse solo dall'edilizia. Si osservi cosa è successo nella valle dell'Agri, ad esempio.
  5. Il quesito è troppo tecnico, perché le varie castalie del sistema antidemocratico hanno eliminato altri quesiti, scarnificando il progetto politico referendario.
  6. Napolitano apologeta dell'invasione sostitutiva e dell'astensione, il peggior presidente comunistoide della repubblica è il miglior e più efficace pubblicitario per il sì.
  7. Vista l'invasione in corso, ritengo giusto delocalizzare i problemi energetici.
  8. Altri problemi dovuti all'industria estrattiva energetico sono poco rilevanti da un punto di vista politico e comunque postulati e corollari di un paradigma che è un problema in sé.
  9. Le grandi industrie e opere sono funzionali al sistema corruttivo del paese (inutile stare qui ad elencare il marcio che va dalle autostrade nefaste, al TAx Val Susa, ai sistemi Perotti, Incalza etc., Merdpo, fino agli amici in Basilicata de Il Partito).

giovedì 14 aprile 2016

Fritto misto

  1. A proposito, io sono povero.
    La prima versione dell'articolo appariva in prima pagina col solo riferimento alla scatola degli inquinamenti di massa. Mi chiedo quale mente marcia possa concepire il televisore come uno dei requisiti fondamentali per una vita dignitosa.
  2. I collaborazionisti, a partire dal loro presidente Scafistarella che predica da mane a sera, ridacchiavano per le previsioni degli austriaci di un raddoppio dell'invasione. In base a quali dati? Questa sarebbe l'intelligence austriaca eccetera eccetera. Insomma, nei primi mesi del 2016 l'invasione dell'Italia è raddoppiata. Però essi (gli austriaci) sono scemi cattivi eccetera eccetera.
    Non fanno bene, fanno benisssimo a chiudere. Noi italiani siamo sempre i furbi che facciamo gli accoglienti con le invasioni degli altri oltre che la nostra. Ma quelli non sono mica scemi. Io vomito di odio per ogni operazione di Mare Lorum che sbarca migliaia di invasori al giorno.
    Io non partecipo all'antigermanesimo anche destroide (come in questo quotidiano, deportazioni, parlano come i scafisti bianchi e rossi, si chiamano rimpatri) che scambia coloro da cui prendere esempio, da quelli che sono sempre stati i babbei da fottere chiagnendo (in un certo senso col mondo germanico si ripete il pattern interno italiano tra sud e nord) quando i nemici sono i collaborazionisti, gli scafisti e sostituzioni cattolici e comunisti.
  3. Dall'ufficio non riesco più ad aprire il diario forse un paio di volte al giorno. Ho alcune idee sul perché e una sensazione ovvero, al fatto che io nazifascioleghista non appartenga alla loro setta (v. punto precedente). Oggi sono riuscito a lasciare un solo commento (uno solo) da Marco (pagina sui migranti, ora non riesco ad aprire il suo diario).
  4. Ho chiamato _rroli ieri. Venerdì uscirò con _dralia ma io ho la testa verso _rroli. Ecco, una telefonata brillante sì ma di seduttivo un cazzo. A me non piace telefonare e meno per sedurre. Io amo il viso a viso, occhi a occhi ma quando l'interlocutrice è lontana... Proprio una telefonata seduzione zero. Mah. Del resto è saputo che a noi maschi quando piace uno perdiamo capacità intellettive. Veramente una telefonata brillante priva di senso.
  5. Il traffico è impazzito, fino a ieri in questo edificio il riscaldamento era acceso, una pendolare in treno si lamentava della mancanza di aria condizionata il tredici di aprile che mi viene da bestemmiare. Più energia significa più idioti che la sprecano e la usano per fare le peggiori cose. Affamare il leviatano! Uno solo dei mei sì la cui somma è superiore ai mei no sul come rapportarmi al referendum no triv,


martedì 12 aprile 2016

In morte di Gianroberto Casaleggio

E' morto Gianroberto Casaleggio. Nel leggere una raccolta di alcuni suoi pensieri trovo uno scuotimento personale. Molti punti politici del movimento erano e sono punti dell'unico programma sensato, razionale che io condivisi con entusiasmo.
Con l'avvento dei grandi numeri ecco che alcune buone (il razionali è pleonastico) idee sono state affiancate dalla demagogia che la quantità porta séco: dirittismo, un pensiero crescitista, debitista, istanze interessanti di decrescita ed ecologia via via scemate, diluite, sempre un tecnoteismo progressista oppiaceo.
Infine il grande silenzio, quello sulla crescita demografica dovuta in Italia solo all'invasione violenta di milioni di alloctoni (anche se su questo tema, assolutamente tabù, Casaleggio e Grillo avevano dato cenni  di razionalità, cenni timidi, visto che parte rilevante del movimento ha la testa inquinata da fanfaluche e strampalate credenze sinistre, cattoliche, terzomondiste filo massmigrazioniste peraltro in qualche modo sostenute da un certo sìglobalismo del movimento).
Così io mi sono trovato ad essere via via più critico e lontano anche se riconosco che il formidabile motore di idee e proposte aveva lavorato, per molti temi, molto meglio rispetto a cose orribili, sciagurate che costituiscono quel angusto sgabuzzino di mediocri se non pessime idee problema stantie condivise da una catasta di forze politiche che si distinguono su particolari stupidi o insignificanti.
Non so se Casaleggio sia stato un grande e non mi interessa né ha rilevanza ecologica o politica. Certamente emerse rispetto alla moltitudine di ingombranti politicastri problema.

lunedì 11 aprile 2016

Il paradosso del benvivere

Come scrivevo da John Barish, sabato ho avuto un "buco di tempo" prima di incontrare _dralia e sono passato in libreria, ho preso un saggio di Slavoj Zizek (l'ortografia non è corretta ma ignoro lo sloveno) e il successo di Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi che sono mesi e mesi, forse due anni che lo volevo leggere, non sapendo null'altro che il titolo. Io non sapevo nulla  di quel libro, non ho letto neppure in copertina, io so che mi chiamava da molto tempo.
_lcino che ieri ha camminato con noi e stasera sostituirà _polfi a lezione di tango, mi diceva che lo ha letto in una notte, che è un libro di un dolore estremo che poi ha pianto che non finiva più.
Le prime settanta pagine che mi hanno divorato, mi hanno riportato brutalmente alla questione del male, della sofferenza, del dolore, la parte oscura del dipolo bene-male. Siamo sguarniti, io lo sono, in una vita in cui le grandi  sofferenze sono lontane di anni. Ritengo che il ben-vivere ci rende fragili, sensibili al male e insensibili al ben-essere.



domenica 10 aprile 2016

A cavalcioni del razzo

Ho il viso arrossato dal sole. Che io non capisco come al dieci di aprile ci possa essere la temperatura del dieci di giugno e questa cosa mi inquieta molto.
Eravamo in dieci oggi, una prima uscita dopo tempo, molto facile, molto piacevole. Io dico che il camminare, il trekking in natura giù per 'sto orrido così fiorito che era assai poco orrido è un razzo sul quale io salgo a cavalcioni e poi parte e mi porta in giro per alcuni giorni.
Oggi non posso  non osservare che non ho comunicato con _dralia. Mentre salivamo a piedi verso il centro del paese di partenza mi ha chiamato _rroli, abbiamo parlato per qualche minuto. Io ho letteralmente dimenticato per quel tempo il gruppo di nove. Ecco, _rroli mi prende. Mi aveva detto che sarebbe andata a trovare i suoi in quel di Piacenza. E' stata un demone, mi ha iniziato a ballare in testa. Le ho scritto che se avesse avuto voglia l'avrei raggiunta,una volta finito con il gruppo a Piacenza per un boccone. Niet, due di picche mi ha risposto dopo una mezzora dicendomi che aveva un impegno per cena.
La differenza del mio comportamento con _dralia e _rroli dice più di mille parole.
Così abbiamo finito con calma e passate le diciotto da poco siamo arrivati (in quattro) a casa mia. Mi sono messo a preparare una cenetta sfiziosa in fretta e abbiamo passato una serata meravigliosa in loggetta, in compagnia, a bere, mangiare e ridere, la loggetta fiorita, la temperatura mite, il sole a tramonto, poi il rosa kitsch coll'azurro, il rosato di merlot e il buon cibo che ci hanno reso felici in quattro.
Io non so se questa dolce vita che io faccio a prescindere dalle donne faccia bene nei rapporti con le donne. Perché vivere bene rende meno impellente l'impegnarsi con lo stare con loro, ti rende volubile, capriccioso, schizzinoso.

sabato 9 aprile 2016

Vira al grigio?

Ho incontrato "al volo" per circa un'ora e mezza _dralia. La questione è che... ella è interessante e carina ma... non mi provoca scombussolamenti, le scariche biochimiche ed emotive che conobbi, ad esempio, con _tra. Intuisco - ma in parte me lo ha detto - una persona molto emotiva ma che non lascia trapelare, che si trattiene.
E' la seconda volta questa; oggi aveva impegni di lavoro e ci siamo visti per quello sprazzo. La prossima volta dovrebbe essere venerdì. Da una parte mi chiedo se non sia anche che non sono più un adolesente e quindi un po' di minor coinvolgimento sia fisiologico, che ci vuole un po' di tempo per entrare in sintonia, la passeggiata a Forlì e questo prendere qualcosa insieme in un bar non sono i viatici per grandi passioni. D'altra parte io so quando una mi prende anima e corpo ma quella via, la via della vetta, destabilizzante, è opportuno cercarla e seguirla ancora?
E' il mondo cioè io che ne sono il mio centro, che vira al grigio?

P.S.
Il pezzo di deep house che mi ha segnalato il mio bipede mi piace un casino e, tutto sommato, è pure in tema. Domani Wanderlust, goduria escursionistica: saremo in undici, basta partire più tardi e fare giri belli e facile et voilà, i gruppi si incicciano.


Gli sdraiati

_zzz mi ha prestato questo libro che aveva finito di leggere da poco.
Nella prima parte del romanzo breve l'autore riesce a descrivere con molta efficacia il degrado e la sciatteria nella quale questi narcisi da ciuffo e unghie curate al micron riescono a (soprav)vivere, ad esempio a pag. 64 (avevo trascritto un passaggio ma è rimasto a mo' di breve messaggio di testo nel normalofono).
Solo che, come scrissi a _zzz, il problema di questo non nei regaz che da sempre tendono a questo ma nei genitori che lo acconsentono, che non lo prevengono e meno ancora lo reprimono.
Devo dire che nel finale la montagna ha spazzato via la sciatteria dovuta "all'incapacità [di anni] di pronunciare certi No e Sì belli tonanti, belli secchi".
La montagna, l'ascensione al colle della Nasca, serve al padre, Michele Serra, a tornare nel mondo, della vita, delle sue leggi e guarire dal "sinistrismo borghese" e dalla sua artificializzazione edulcorata, appiattita della realtà .
Il padre ritrova il senso verticale della vita, la cui mancanza lo aveva portato a portare e quindi a lasciare il figlio nel disordine e nel degrado orizzontali.
Apprezzabile il dialogo interiore e l'osservazione del proprio problema di non e-ducare (più che il non se-ducere) il figlio.
Sostanzialmente sono i non genitori ad essere la causa della "sdraiatezza". I genitori e la società tecno sdraiata che essi, noi se parlo come generazione - io spero tanto di non essere in questa ghenga di allevatori di bamboscioni egoici- , abbiamo realizzato.


Gli sdraiati
Michele Serra
Universale Economica
Feltrinelli


venerdì 8 aprile 2016

Autriche - Frankreich

  • Lungo questa rotta non arrivano siriani, in Europa, ma soprattutto persone dal Nord Africa, che non hanno diritto all’asilo.
    Mikl Leitner
  • Un'alleanza russo-tedesca minaccerebbe l'egemonia degli Stati Uniti nel mondo
    Ewald Stadler

Mbeh, lo so che io da sempre mi dichiaro idealmente asburgico tirolese. Solo il fatto che siano montanari me li rende affini, simpatici a priori. Allora leggevo due notizie (qui e qui) e, ancora una volta, mi sono reso conto che essi sono lontani mille anni luce da questa orribile miscela tossica di pietismo, pressapochismo, iosperiamochemelacavismo, cialtroneria, chiagni e fotti,  ambiguità levantina, gattopardismo, furbismo scemo che crede che gli siano gli altri ad essere scemi, ipocrisia kitsch, 'gnoranza della storia e della propria storia, sistematica violazione delle leggi (ammennicolo complicato da applicare agli altri), moralismo contro le realtà, sadismo moralizzatore e molti altri peggi di quel vaso di Pandora unico che è il cattocomunismo italiota. Ad ogni barcone che i cattocomunisti vanno a prendere scaricando sulla nostra nonché mia terra centinaia di migliaia e poi milioni di balordi, nemici, assassini, senzarteneparte, nocenti, delinquenti, islamici, distruggono un pezzo del mio futuro e io li odio ogni giorno di più.

I francesi in Libia hanno fatto una guerra contro l'Italia per impossessarsi di gas e petrolio e sottrarli all'ENI. L'ho sempre pensato e detto, non bisogna essere grandi esperti del millimetro quadrato in geopolitica per capirlo.
Bisognerebbe catapultare questa feccia invasora a Parigi, direttamente a casa di Bernard Henry Levy,  baldracca fondamentalista del politicamente corretto che fu apologeta di questa azione di guerra contro l'Italia.


mercoledì 6 aprile 2016

Lassù in aria

Ricordata il problema "tanfa" di una delle mie milonghe preferite? Venerdì scorso ero perplesso: vado o non vado perché proprio non ho voglia di boccheggiare. Dilemma e relativo blocco. Così ho scritto a due delle quattro cape, spiegando loro a "freddo" il problema  aria. _lia e _ara che sono due persone sveglie hanno recepito e così si sono date da fare per arieggiare più volte il locale.
E solo l'aria fresca ha portato energia nuova e rinnovato la passione. Mi hai riportato lassù con te, col vento tra i capelli e i capogiri e grande piacere.
A volte basta chiedere, proporre.

Passato l'innamoramento del tango? In questo momento c'è la stanchezza di fine stagione e di una serie di mancate ricariche in natura che sono il razzo sul quale mi sedevo a cavalcioni. C'è  una trasformazione in maturità, una metamorfosi all'inizio. Cosa che non mi è capitata granché con le donne, direi.
Stavo pensando, invece, all'inizio dell'innamoramento e così vale per T anche: la donna giusta al momento giusto (tuo e suo), nel posto giusto.
Riflettevo che una interpretazione, segnalata da uno dei miei maestri, Noelia Hurtado e Carlitos Espinoza su uno splendido brano (Trenzas, Miguel Caló) trasuda  tanghità da ogni battuta e mi era passata come acqua sulla cera qualche giorno fa. Invece, martedì, riguardandoli per caso, mi sono emozionato in modo incredibile, in una pausa di lavoro ho barcollato e ho capito come possa essere  e riascoltavo e facevo fatica a non lasciarmi andare ad un pianto, che mi capita di recente. Ecco l'Arte, qui Danza e Musica in un abbraccio divino. Mi entravano come un coltello caldo in un burro lasciato fuori dal frigo. Io lo so che non capirete, è un po' iniziatico questo, empatia che richiede vissuto e anni di passione, ma io lo lascio a nota, per me, in questo diario.
Questo tango ancora dell'anima, ti porta ancora lassù.


(carlosespinoza noeliahurtado miguelcaló)

martedì 5 aprile 2016

Spezzatino sminkiatino

Fine settimana  "spezzatino" frammentato da impegni del bipede via variati. Risultato: fatto poco che non sia stato il casalingo e il papi di supporto e non sono uscito manco un quarto d'ora sminkiamento assicurato. La nota positiva è che la loggetta è tornata fiorita. Ah che meraviglia! Sessanta euri di fiori che sono la migliore spesa. Quest'anno non ho messo al riparo in casa molti di essi perché non avevo voglia di averli tra i piedi e la metà sono schiattati, l'altra metà no perché c'è stato solo l'autunno e non l'inverno.
Il lato positivo è che senza fine settimana cesso-sminkiati non ci sono neppure quelli superlativi.

domenica 3 aprile 2016

Globalizzazione (e cibo)


  • La globalizzazione è la più grande occasione per l'Italia per tornare ad essere se stessa.
    Matteo Renzi

Quando la settimana scorsa ascoltari al giornale radio la puttanata per rimbambiti emessa dal presidente del consiglio in occasione dell'inaugurazione di una centrale elettrica costruita? progettata? da italiani in Nevada (*), io mi sono reso conto del grado orribile di indottrinameno sì global che viene impartito alle masse da mane a sera.
Ma per questi furbastri parassiti ai vertici - le famose elite massoniche e (post)comuniste che lavorano a questa ingegneria sociale globale crescitista e sostituzionista - cosa vuol dire essere italiani? I politicastri evcuano insulsi slogan per stupidi, menzogne, falsità che è ciò che esattamente il_bobbbolo vuol sentirsi dire. E vissero idioti e giulivi e poi sostituiti.

La settimana scorsa avevo preparato una buona cenetta Italiana con ingredenti di contadini vicini e italiani.
  • Insalatina tiepida di primule, tarassaco e radicchio di campo, con guarnitura con sesamo e balsamico.
  • Risotto al carnaroli bio con carciofi.
  • Finocchi gratinati al forno alla moda della Checca con rosmarino e sospetto di capperi.
UnBipedinone è  arrivato dalla pedata e tra dieci minuti saremo a tavola:  gli ho preparato un bel pranzetto Italiano  con ingredenti di contadini vicini e italiani.
  • Polenta di farina di mais bio Marano macinata a pietra e cotta in paiolo di rame (siamo a 1h e 25').
  • Umido leccabaffi  di fagioli borlotti bio con salsiccia all'aglio e Barbera.
  • Cavolfiore a km pochi arrostito con limone.
Sbaffata l'ultima porzione di polenta, prendere il tagliere di legno (v. immagine), applicarlo energicamente sulla testa di politicastri, scafisti, scafisti cattocomunisti, invasori, demagoghi, collaborazionisti e sìglobal in genere.
Qui sotto una testimonianza inviatami da _zzz sulla follia sì global  e del fatto che la cultura, l'essere italiani rimane una scialba etichetta insipida priva di alcun contenuto.

Costigliole d'Asti.
Di ritorno a casa mi fermai da un amico ristoratore che non vedevo da alcuni anni, e che sapeva cucinare una leggendaria peperonata. Volevo riassaggiarla per rinfrancarmi dal viaggio estenuante che stavo terminando; invece, con sommo disappunto, consumai una peperonata tremenda, del tutto insapore. L'abilità dello chef era fuori discussione, ma chiesi lo stesso spiegazioni di un simile impoverimento di gusto. L'amico mi spiegò che non utilizzava piú la stessa materia prima con cui faceva quella peperonata: i peperoni quadrati d'Asti... Presi atto che la favolosa peperonata era sparita e mi riavviai verso Bra. Passando per uno di quei tratti di statale dove ci sono ancora serre, mi volli fermare: lí una volta crescevano i peperoni quadrati d'Asti! Cosa diavolo c'era, adesso, sotto quei teli di nylon? Incontrai un contadino, che mi confermò che appunto là, fino a pochi anni prima, si coltivavano quei magnifici ortaggi. Ma ora non piú; e mi disse in dialetto: «Non conviene, gli olandesi costano meno cari e nessuno ce li compra piú i nostri! Dànno lavoro ed è tutta fatica buttata al vento!» «Ma allora - replicai, - cosa coltivate ora?», sorrise: «Facciamo crescere bulbi di tulipano! Poi li spediamo in Olanda per farli fiorire!» Sobbalzai. Toccavo con mano i paradossi dell'agroindustria combinata con la cosiddetta globalizzazione...
Carlo Petrini

venerdì 1 aprile 2016

Libere tutte

  • El hombre debe saber que baila para ella, y al hacerlo hace que ella se vea como una reina. Sólo así será el rey. (*)
    Carlos Gavito

Lunedì (Pasquetta) tornando dai miei, ho fatto tappa a Fidenza, ad una milonga di una serie di beneficenza abbastanza nota (Tango Libera Tutte). Io vedo sempre di buon occhio le iniziative che vanno in direzione di difesa, miglioramento ed emancipazione delle donne. Una delle cose per cui ritengo l'islam merda, una delle peggiori forme di inquinamento di massa, è proprio la sua misoginia, funzionale alla crescita demografica funzionale alla conquista e sottomissione: donne reificate, recluse, picchiate, lapidate, inscatolate etc. per farne delle fattrici sfornapargoli o, per usare le parole della ministra Lorenzin, degradate a forno per torte cucinate da altri e per altri (i figli sono di proprietà del marito, vedi anche abominio nostrano dei robosessuali e i loro capricci egoici). Prego notare la differenza di approccio con lo spirito tanghero sintetizzato dalle parole di Carlos Gavito.

In questo caso si tratta di case accoglienza per donne che hanno subito violenza: avere un rifugio sicuro è il primo passo, è fondamentale.
Una delle organizzatrici ha detto che oltre ai denari per l'essenziale (emergenza iniziale) e per altre spese necessarie, nel piano di intervento c'è anche un corso di tango per sole donne condotto da donne in modo che - vado a memoria - le donne che hanno subito violenza col corpo possano ritornare ad ottenere piacere col corpo prima e poi riavvicinarsi all'altro genere. La trovo un'iniziativa molto bella.

A margine:

  1. Nel viaggio dalla città dei miei a Fidenza sono passato per la viabilità minore della bassa padana lombarda ed emiliana: il doppio del tempo rispetto all'autostrada ma mi sono goduto ancora degli sprazzi di pianura poco artificializzati, passando per le terre verdiane (e culatelliche). L'incontro con la orribile zona capannonizzata, un vero e proprio tumore catrame-cemento-plastica intorno al casello di Fidenza, è stato ... traumatico. Mi chiedo come si possa arrivare a stuprare la terra madre fino a quel punto (come scritto in passato la violenza alla terra madre e la violenza alle donne hanno forti affinità).
  2. La milonga ha avuto una certa grinta e brillantezza fino all'ora di cena, poi è diventata lessa, bollita. TJ cazzari in giro invece che in consolle, tande precofenzionate (una tanghera mi ha detto che una di esse è stata addirittura ripetute), gente che se poi se ne è andata. Forse perché l'ultima del progetto?
  3. Sto battendo un po' di fiacca ultimamente. Devo dire che a fine stagione trovo ancora più pesante l'ambiente spesso asfittico, insalubre, di aria cattiva se non pessimo di maggior parte delle milonga e lo è coll'avanzare verso la fine della a stagione invernale autunnale ovvero non estiva. Il tango sotto le stelle porterà aria e ossigeno freschi e con essi nuova energia e piacere.
    Stasera tornerò l°, spero che non sia ancora tanfa senza se e senza ma.

(via santango)